Nell’articolo precedente abbiamo visto come l’avvento della società capitalista abbia introdotto mezzi produttivi e dinamiche sociali che hanno promosso la diffusione del carattere autoritario, costituito da un complesso intreccio di dinamiche sadiche e masochiste che si sostengono e definiscono a vicenda.
Eppure, negli ultimi decenni la struttura del sistema capitalista è cambiata, e insieme da essa anche i comportamenti richiesti dai membri delle rispettive società affinché tale sistema potesse perdurare: nasce così il carattere mercantile, che ha i suoi profondi echi anche nella società contemporanea.
Quali sono i principali cambiamenti avvenuti nel capitalismo, che hanno indotto anche una necessità di cambiamento nel carattere sociale predominante?
In “Psicoanalisi della società contemporanea”, Erich Fromm mostra come una serie di cambiamenti siano avvenuti nel XX secolo:
- Decisivo incremento della produzione industriale
- Concentrazione del potere in aziende sempre più grandi
- Separazione tra coloro che possiedono una determinata realtà aziendale e coloro che la gestiscono
- Crescita della classe dei lavoratori (sia dal punto di vista economico che dal punto di vista politico)
Cosa hanno comportato questa serie di cambiamenti?
- In realtà aziendali sempre più grandi, ci si aspetta che gli individui non siano solo competitivi, ma che siano anche capaci di lavorare in gruppo verso un fine comune, col minor grado possibile di frizioni.
- Lo sfruttamento, tipico del carattere autoritario, si trasforma in condivisione e manipolazione: questo aspetto è strettamente legato alla sopra-menzionata crescita della classe dei lavoratori. In altre parole, le persone non vengono più obbligate a lavorare con la forza, ma devono esse stesse desiderare di lavorare secondo richieste, e il modo più semplice per ottenere tale scopo è se tale desiderio emerge dalla struttura di carattere sociale dominante nell’individuo.
Ecco che, quella stessa logica che sottintende lo scambio di beni (il valore di un oggetto è determinato non dalle sue proprietà intrinseche, ma dal valore di scambio che ha sul mercato), va ad applicarsi anche alle dinamiche umane: la tridimensionalità nel campo dell’espressione del potenziale umano (in termini di pensiero, amore ed attività) viene messa in secondo piano, e si conferisce invece maggior valore al “pacchetto di abilità sociali” che la persona in questione ha acquisito nel corso del tempo, e che può portare nel “mercato delle interazioni umane”.
Come rispondere alla domanda “chi sono io?”, partendo da questa logica? Se il sé deve adattarsi alle esigenze del mercato, non è possibile fornire una risposta concreta a questa domanda. Per adattarmi alle esigenze del mercato, devo essere un camaleonte il cui colore cambia in funzione dello specifico contesto in cui mi trovo.
Ecco che qui vediamo il nesso tra le modalità di funzionamento del carattere mercantile e uno dei concetti principali dell’analisi frommiana, che abbiamo analizzato in uno dei precedenti articoli: quello di alienazione. Se il mio obiettivo è quello di “vendere” me stesso sul mercato delle personalità, affinché io possa risultare accettato, piacevole alle altre persone, generatore di chiacchierate che fanno ridacchiare (ma che magari non fanno sentire vicini), una parte della mia personalità viene repressa e non viene compiutamente comunicata. Le mie azioni non sono fini all’espressione di me stesso, ma sono mezzi per ottenere il consenso altrui, che temerei di non avere se non mi comportassi come gli altri si aspettano che io faccia. Le potenzialità umane cognitive, emozionali e immaginative, caratterizzate da un certo livello di negatività, di criticità o di difficoltà vengono represse, nonostante siano dei pilastri cardine che possono portare alla crescita dell’individuo. In altri termini, l’espressione di me stesso viene vissuta in modo alienato, perché non ha il fine di esplorare e corroborare le mie potenzialità (nel rispetto di quelle altrui), ma è piuttosto un mezzo per ottenere “l’approvazione del mercato”. Ne conseguono delle sensazioni di vuoto interiore e di noia, legate al fatto che l’intrinseco potenziale umano non viene coltivato secondo forze motrici interiori. Come smorzare tali sensazioni? Con una ulteriore ottimizzazione di sé e mediante il consumismo, che la società stessa promuove per vendere i vari prodotti che genera.
Come nell’articolo precedente, condivido l’ottimo video riassuntivo (in lingua inglese) creato da Reiner Funk, che assai meglio di me esprime le peculiarità del carattere mercantile:
Come esprime Funk, i principali valori vissuti dal carattere mercantile sono:
- Desiderio di successo e ambizione
- Flessibilità e adattabilità
- Orientamento al risultato
- Desiderio di vincere
- Vedere ed esprimere solo aspetti positivi
- Desiderio di migliorarsi in modo continuo. Attenzione: qua va notato un aspetto importantissimo. Anche secondo lo stesso Fromm, il fine dell’attività umana è quello di esplorare il proprio potenziale negli ambiti cognitivo, relazionale e lavorativo, e ciò porta al miglioramento di sé. Abbiamo però visto, nell’articolo dedicato al concetto di attività, che il perché che si cela dietro un’azione assume un ruolo fondamentale. Se mi miglioro per piacere agli altri, la mia attività non è una vera e propria attività, ma piuttosto una passività, perché la forza motrice che incentiva tale comportamento è estrinseca e non intrinseca.
Cosa viene invece represso?
- Chi, in profondità, siamo e desideriamo essere
- Come sentiamo e percepiamo noi stessi nella realtà
- Le parti di sé che portano criticità, come stati di tristezza, di dubbio, di paura, di vergogna
- Criticità e sentimenti negativi verso altre persone
- Le proprie idee e convinzioni
Ci tengo a concludere questo articolo con la bellissima frase riportata da Reiner Funk in conclusione del video condiviso sopra: “Cambiamenti reali sono possibili solamente se, innanzitutto, il contatto con i sentimenti negativi su di sé e con i sentimenti critici verso altri è promosso e praticato nuovamente, e se esseri umani, non ruoli, comunicano tra di loro”.
Nel prossimo articolo discuteremo il carattere narcisista. A presto!
