Ci sono bambini che si entusiasmano nello scartare l’ultimo pacchetto di figurine, per vedere se trovano, finalmente, il loro calciatore preferito.
Ci sono appassionati sportivi che assaporano la fatica muscolare dell’ultima sfida, quella che li farà soffrire, quella che gli darà soddisfazioni.
C’è chi, all’aeroporto, guarda con occhi entusiasti gli aerei che decollano e atterrano, sapendo che a breve saranno loro stessi a bordo di un velivolo e che cavalcheranno il sogno di scoprire nuove mete.
C’è chi poi, come il sottoscritto, che è entusiasta dell’uscita di un nuovo articolo scientifico di decine di pagine, sul tema del rapporto globale tra nutrizione, salute, sostenibilità e giustizia. Ad ognuno le sue gioie.
Stiamo parlando dell’ultimo rapporto della commissione EAT-Lancet, pubblicata su “The Lancet” nel corso di questo mese, il cui scopo è espandere il già pionieristico rapporto del 2019, fino ad oggi citato più di 12500 volte (secondo Google Scholar).
Perché è importante? Perché l’attuale sistema alimentare globale è tutt’altro che sostenibile, ed è uno dei principali responsabili del mancato rispetto dei confini planetari, ossia quel quantitativo di inquinanti/risorse che possiamo permetterci di emettere/consumare senza alterare l’equilibrio del globo terrestre in modo irreversibile.
Inoltre, l’attuale sistema alimentare è causa di un grande quantitativo di morti premature e di ingiustizie a livello mondiale (il tasso di obesità aumenta, mentre molti muoiono di fame).
Il concetto base dell’articolo è semplice: la dieta che fa bene all’uomo è la stessa che fa bene al pianeta. È una dieta flessibile e adattabile a varie culture sulla base delle tradizioni locali.
Sulle spalle dei giganti che hanno contribuito alla creazione di questo pionieristico lavoro scientifico, io, nel mio piccolo, cercherò di farmi promotore delle loro scoperte, condividendo i messaggi chiave espressi dalla commissione tramite una serie di articoli.
Non riesci a stare nella pelle e vuoi già scoprire i punti cardinali delle nuove linee guida della commissione EAT-Lancet? L’articolo è disponibile gratuitamente sul sito di “The Lancet”, previa registrazione: puoi seguire questo link.
A presto!
