Ciao a tutti! Dopo aver trattato le motivazioni etiche e ambientali per le quali, dal mio punto di vista, sarebbe opportuno adottare una dieta vegana, tratteremo le motivazioni salutistiche! Quanto scriverò in seguito è tratto da una vastissima ricerca, durata decenni e curata dal professor Colin Campbell, insieme ad altri ricercatori. Il nome di tale ricerca è “The China Study”, ed è definita dal New York Times come “il Gran Prix dell’epidemiologia” . E’ probabilmente il più grande studio che è stato condotto fino ad ora, che metta in correlazione salute umana ed alimentazione. Il soggetto dello studio sono state le popolazioni della Cina rurale, ancora legate alle loro tradizioni alimentari e alle quali non sono ancora giunti i “bombardamenti mediatici” su cosa sia opportuno mangiare o meno. Mi piacerebbe se affrontaste quello che scriverò con fare propositivo. Cosa intendo? Intendo dire che nel mondo della ricerca nutrizionale vi sono un’ampissima gamma di ricerche, che dicono cose spesso opposte tra di loro. Per capire il perché di questa tendenza, vi invito a leggere il libro “Whole : Rethinking the Science of Nutrition”, scritto da Colin Campbell stesso. Purtroppo è ancora in lingua inglese: chi volesse leggerlo in italiano dovrà aspettare ancora un po’ temo. Riassumendo, è possibile trovare ricerche scientifiche che supportano una dieta vegana, come è possibile trovarne che supportano una dieta onnivora. Do a voi il compito, come è lecito, di decidere a quali credere. Personalmente, trovo molto più affidabile quanto letto relativo ad una dieta vegana, in quanto ho riscontrato grande coerenza e amore per la scienza in coloro che hanno effettuato lo studio. Colin Campbell stesso, una volta terminati gli studi, era un grandissimo promotore delle proteine “nobili” di origine animale, come pilastro di una buona alimentazione e di una buona salute. Gli studi che ha effettuato l’hanno fatto ricredere, e lui stesso invita le persone a ripetere tali studi per verificarne l’attendibilità scientifica. Nel mondo della nutrizione, come in buona parte del mondo scientifico, è fondamentale l’analisi probabilistica: non possiamo essere sicuri di una determinata cosa, ma possiamo dire che potrebbe essere vera con un determinato intervallo probabilistico di confidenza. Per quanto riguarda lo studio fatto, la probabilità che non dica frottole sono molto alte.
Non riporterò i singoli esiti, per ciascuna patologia esaminata, dello studio. Se siete interessati, potete leggere il libro che riassume quanto riscontrato dallo studio. Tale libro è “The China Study”, edito da MacroEdizioni e scritto da Colin Campbell stesso, con la collaborazione di suo figlio Thomas M. Campbell. Mi limiterò a riportare in generale i benefici a livello di salute che può garantire la dieta promossa da Campbell, e i principi che ha trovato essere alla base di una buona alimentazione!
Cosa dice l’ottica comune della società moderna? Chiedendo in modo non selezionato, è altamente probabile sentire frasi del tipo:
“La carne e il pesce contengono proteine nobili, essenziali per la salute”
“La carne contiene ferro, fondamentale per noi!”
“Il formaggio e il latte contengono alti livelli di calcio, fondamentale per la salute delle ossa!”
Le credevo anche io queste cose, quindi capisco benissimo chi tutt’ora pensa che gli alimenti di origine animale siano alla base della salute umana. Un buon numero di ricerche scientifiche hanno dimostrato il contrario. Nello studio di Campbell e di altri ricercatori è stato ricavato che la dieta ideale per l’uomo è quella che Campbell denomina “WFPB diet”, ossia “Whole Food Plant Based diet”. Tale dieta prevede il consumo di alimenti di origine vegetale il più vicini possibile al loro stato naturale (dunque non raffinati e senza un’eccessiva catena di lavorazioni industriali). Esaminiamo prima i benefici di questa dieta, e successivamente i principi che ne stanno alla base.
Benefici (generali) della “WPBF diet”, riportati a pagina 213 del libro “The China Study”:
- Vivere più a lungo
- Apparire più giovani e sentirvi tali
- Avere più energia
- Perdere peso
- Ridurre il colesterolo endogeno
- Prevenire e addirittura far regredire le cardiopatie
- Ridurre il rischio di cancro alla prostata, al seno e ad altri organi
- Preservare la vista in età avanzata
- Prevenire e curare il diabete
- Evitare gli interventi chirurgici in diverse occasioni
- Diminuire drasticamente il fabbisogno di farmaci
- Conservare ossa forti
- Evitare l’impotenza
- Evitare l’ictus
- Prevenire i calcoli renali
- Proteggere i neonati dal diabete di tipo 1
- Alleviare la stitichezza
- Abbassare la pressione sanguigna
- Evitare l’Alzheimer
- Sconfiggere l’artrite
- e altro ancora…
Principi alla base della “WFPB diet”:
- L’alimentazione rappresenta le attività combinate di numerosissime sostanze nutritive. L’intero è più grande della somma delle sue parti. Con questo principio Campbell intende affermare la poca produttività del concentrarsi sulle singole sostanze nutritive, perdendo di vista le caratteristiche globali dell’alimento stesso e del metabolismo umano.
- Gli integratori vitaminici non sono una panacea per la salute. E’ convenzione nella società moderna affidarsi a delle “pilloline magiche” per prevenire carenze alimentari. In alcuni casi può essere giustificato, in altri è del tutto improduttivo. E’ una modalità per focalizzarsi sul singolo nutriente, perdendo di vista quanto l’alimento complessivo può fornirci.
- I cibi di origine animale non contengono quasi sostanze nutritive che non siano meglio fornite dalle piante. Questo principio intende affermare che possiamo ricavare la maggior parte delle sostanze nutritive a partire da un’alimentazione vegetale. Le uniche 4 eccezioni a questo principio sono: colesterolo e vitamine A, D e B12. Per quanto riguarda i primi tre nutrienti non vi è alcun problema: l’organismo umano è in grado di sintetizzare da sé il colesterolo di cui ha bisogno. Per le vitamine A e D, vale lo stesso discorso, a partire dal beta-carotene e da un’adeguata esposizione alla luce solare. Il discorso della vitamina B12 è più complesso. Viene prodotta all’interno del nostro intestino, ma in quantità non ottimali al nostro fabbisogno, e si consiglia dunque di assumerla mediante l’alimentazione. In epoche passate poteva essere tratta anche da una dieta vegetale, in quanto prodotta da organismi naturalmente presenti nel terreno in cui sono coltivati i vegetali. I livelli di igienizzazione odierna non permettono però la permanenza della vitamina B12. In conseguenza all’industrializzazione, è dunque conveniente per i vegani assumerne la giusta quantità mediante degli integratori!
- I geni non determinano da soli la malattia: funzionano solo se vengono attivati o espressi e la nutrizione riveste un ruolo decisivo nel determinare quali geni, buoni o cattivi, debbano essere espressi.
- L’alimentazione può controllare in modo sostanziale gli effetti avversi dei farmaci nocivi.
- La stessa alimentazione che previene la malattia negli stadi iniziali (prima della diagnosi) può anche arrestare o far regredire la malattia negli stadi successivi (dopo la diagnosi).
- Un’alimentazione che sia davvero benefica per una particolare malattia cronica sarà di vantaggio alla salute su tutta la linea.
- Una buona alimentazione crea salute in tutti gli ambiti della nostra esistenza. Tutte le parti sono interconnesse.
Ora che abbiamo visto i benefici correlati ad una dieta vegetale (potete approfondire voi gli argomenti in modo più scientifico, leggendoli dal libro stesso), possiamo chiederci: perché queste informazioni non sono diffuse in ambito societario? La risposta risiede e ruota intorno ad un fattore: l’economia. Lascio a voi approfondire questo aspetto, ben riportato sui due libri prima citati. Spero, con questi 3 post sull’alimentazione, di avervi messo “la pulce nell’orecchio” e di avervi trasmesso l’idea che è importante seguire un percorso personale di consapevolezza alimentare. Avete il pieno diritto di scegliere il regime alimentare che pensate più giusto per voi, in base alle vostre idee e alle vostre necessità! Vi auguro una buona giornata!!!
Un pensiero riguardo “Perché Vegan? Un punto di vista salutistico”