La perfezione umana è un’illusione. Nessuno è perfetto. Nessuna cosa lo è. In arte, generalmente è l’imperfezione a rendere più affascinante il capolavoro.
Lottare. Lottare sempre per dare il meglio di noi stessi. Tale è il vero scopo della vita. Il problema sta nell’errata persuasione che non potremo mai essere amati senza raggiungere i massimi livelli della realizzazione individuale. Tale convinzione dà luogo a comportamenti costrittivi, il cui effetto è di minare le nostre energie, senza guidarci a una meta purchessia.
Questa nozione è così drastica e diffusa, che certuni, per un torto da nulla, minacciano il suicidio. Altri trasformano il giardinaggio in un’ossessione patologica perché sono decisi ad avere il prato più impeccabile di tutto il vicinato. Costoro si comportano come se errori o manchevolezze fossero tare permanenti, macchie irreversibili che compromettono la loro immagine coltivata con amoroso zelo. Pochi muoiono d’imperfezioni. Quasi tutti, al contrario, sono autorizzati a riprovare, a migliorare comportamenti e decisioni. Non siamo tenuti ad avere sempre ragione. Accantonata l’esigenza nevrotica della perfezione, ci sentiamo affrancati dall’imperativo della santità, traendo insegnamento dai nostri errori, anziché lasciare ch’ essi ci distruggano.
[Leo Buscaglia, Nati per amare]