La vita non ci offre una seconda opportunità

L’esperienza con la morte, avvenuta o imminente, mi ha posto al suo cospetto, nel suo valore, nella sua ineluttabilità. Troppo spesso noi abbiamo paura di morire. Non la morte deve essere temuta, quanto la nostra marcata inclinazione ad accettare con indifferenza abulica esistenze non vissute.

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Chi nega la propria mortalità manca della forza trainante necessaria per affrontare la vita. Dopo tutto, l’esistenza manca di significato in sé o di per se stessa. In realtà, non è altro che una serie di momenti successivi, i quali acquistano significato solo quando sono ormai trascorsi ed essi contribuiscono a comporre il vasto arazzo della nostra vita. Quando deliberatamente vogliamo ignorare il fatto che tutti dovremo morire, che le nostre esistenze hanno un limite, noi perdiamo di vista ogni singolo momento da noi consumato e manifestiamo in certo qual modo il proposito di tenerlo in serbo per un futuro imprecisato, dimenticando che in realtà quei momenti sono perduti per sempre. Il giorno in cui veniamo al mondo, ci viene accordata una vita da vivere, unitamente al potenziale d’amore che alla nostra vita dovrà accompagnarsi. Ma dal momento che la morte sopravviene per noi quasi sempre come una sorpresa, raramente ci viene accordata una seconda opportunità di vivere come per amare. La maggior forza propulsiva verso l’amore è una vita pienamente vissuta promana dalla piena accettazione di un dato di realtà: nessuno di noi ne dispone in perpetuo.

[Leo Buscaglia, Nati per Amare]

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