Caro lettore, in questo articolo voglio affrontare un tema che ritengo molto importante: quello del giudizio. Dal mio punto di vista, non può esistere una vera e piena libertà personale intanto che giudichiamo gli altri.
Prima di esporre meglio questa mia idea, risulta essere opportuno chiarire il concetto di giudizio. Un mio amico mi aveva giustamente fatto notare che questa parola può racchiudere diverse sfumature e diversi significati, sulla base del modo in cui la si guarda.
La mia idea di giudizio è la seguente: significa emettere verdetti sui comportamenti di un’altra persona, a partire dalla propria mappa del mondo e senza tener conto della sua.
Con mappa del mondo intendo il modo di interpretare la realtà costruito da una persona durante la sua vita. Intendo quindi le sue convinzioni, i suoi valori, il suo senso di identità, la sua mission, le sue capacità e i comportamenti che ne derivano. Ognuno di noi è cresciuto in realtà diverse, e come conseguenza ha un diverso concetto di realtà. Sempre che di realtà si possa parlare, perché è tutto nella nostra testa. Le opportunità e i confini che percepiamo sono frutto del nostro mondo interiore. Dove una persona può vedere rose e fiori, un’altra può vedere tristezza e desolazione.
Spesso i comportamenti delle altre persone possono apparirci strani, bizzarri, in quanto per nulla compatibili con gli elementi che compongono la nostra mappa. In conseguenza a ciò siamo portati a sviluppare dentro di noi idee su quel comportamento.
In questo caso, a mio parere non si tratta di giudizio, ma di valutazione interiore.
Questo processo è del tutto naturale, e probabilmente è radicato nell’uomo in conseguenza alla sua evoluzione. I nostri sensi sono molto utili a percepire meraviglie e pericoli del mondo esterno. Se un nostro antenato si fosse trovato davanti un animale pericoloso, la sua mente avrebbe dovuto avere la capacità di valutare inconsciamente la situazione e di reagirvi in modo appropriato. È selezione naturale.
Siamo quindi, probabilmente per natura e per antiche questioni di sopravvivenza, inclini a valutare le questioni circostanti. Se vediamo un comportamento altrui che è completamente estraneo al nostro concetto di realtà, spesso nella nostra mente mettiamo in evidenza la discrepanza che percepiamo. A mio parere, usciamo da questo processo naturale e ricadiamo nel giudizio quando emettiamo sentenze sul comportamento altrui, senza tener conto della sua mappa del mondo.
Uno dei presupposti della PNL afferma: «Le persone non sono sempre i loro comportamenti». In altri termini, le persone mettono in atto i comportamenti che loro stesse reputano i migliori, sulla base della loro mappa del mondo. Se non teniamo conto di questo, la nostra naturale valutazione interiore può trasformarsi in giudizio. Potremmo dire che noi agiremmo in modo diverso, o che quella persona sbaglia a comportarsi così.
Rispetto alla valutazione interiore, in questo caso si è fatto un passo in più. La propria mappa del mondo è stata utilizzata non solo per valutare la discrepanza e per reagirvi in modo appropriato, ma anche per dire qualcosa sul comportamento dell’altro.
Conosciamo la sua vita? Abbiamo vissuto almeno qualche settimana nei suoi panni? Non possiamo sapere a pieno come l’altra persona percepisca la realtà, ed è ovvio che nei suoi panni ci comporteremmo in modo diverso. Abbiamo vissuto una vita diversa e abbiamo sviluppato diverse idee in merito a ciò che è possibile a ciò che non lo è.
Passare dalla valutazione interiore al giudizio può risultare improduttivo per i seguenti motivi:
- Non ci permette di sviluppare l’empatia. Finché rimaniamo rinchiusi in noi stessi non possiamo comprendere al meglio la vita altrui, e non riusciamo a creare un ponte di comunicazione che ha come fine quello di farci evolvere insieme.
- Ci focalizziamo su quello che “dovrebbero fare” gli altri, senza pensare a come poterli aiutare a sviluppare delle scelte comportamentali più produttive. Se i comportamenti altrui fossero espressamente improduttivi per la persona che li mettesse in atto, e se la persona in questione volesse sviluppare nuovi comportamenti più utili, è con l’empatia e la sospensione del giudizio che riusciremmo ad avvicinarci a lei, per crescere insieme.
- Poniamo il nostro focus al di fuori di noi. È spesso facile giudicare i comportamenti altrui, e dire quello che avrebbero dovuto fare in diverse circostanze. Soprattutto nelle relazioni personali, giudicare è pericoloso in quanto può indurre le persone a non sentirsi accettate e apprezzate. Visto che vogliamo tutti essere amati e rispettati, sono l’empatia, la comprensione e la crescita collettiva che ci permettono di stare bene insieme.
Com’è dunque possibile evitare il giudizio?
- È importante ricordare il concetto di mappa del mondo. Non conosciamo in modo pieno il modo in cui l’altra persona ha interpretato la propria vita. I comportamenti che mette in atto possono risultare per lei pienamente naturali.
- È molto utile tenere a mente che le persone non sono sempre i loro comportamenti. I livelli dell’identità e del comportamento sono ben distinti. Se una persona mette in atto determinati comportamenti spesso è perché non conosce ancora delle vie migliori per agire in quelle circostanze.
- È produttivo mantenere il nostro focus dentro di noi. Potremmo aiutare gli altri a ideare comportamenti migliori, se gli facesse piacere il nostro aiuto. Altrimenti, è meglio che pensiamo a noi stessi e a come poter diventare persone sempre più eccezionali, in modo da poter donare sempre di più.
Ti propongo un gioco: nei prossimi giorni, teniamo a mente questi principi nelle interazioni con gli altri. Ci stupiremo di quanto l’empatia e l’amore possano aiutarci a vivere insieme vite meravigliose 🙂 !
Un abbraccio,
Mattia