Il vento soffiò via il cappello al vecchio Sam. La stagione estiva stava finendo, e gradualmente prendeva il suo posto l’autunno.
Il postino adorava quella stagione. Il suo piccolo villaggio era ricco di alberi, e il verde delle chiome rigogliose lasciava posto a immense tavolozze di colori, uniti con un’armonia che la sola Natura può conoscere.
Raccolto il cappello, Sam si sedette sulla sua sedie preferita, e iniziò a leggere una storia a caso nel suo libro.
Nella vita si fanno dei sogni. Ad occhi chiusi, ad occhi aperti, di giorno e di notte.
Una persona, in un suo sogno, vide altre due persone. Riconobbe subito la prima: era lui stesso qualche anno prima. La seconda persona non l’aveva mai vista, ma non faticò ad immaginare che potesse essere lui qualche anno dopo.
Affascinata da tale visione, chiese alle due persone dove si trovava. Non capiva se tale incontro fosse reale o se stesse avvenendo nella sua mente. In coro, le due immagini gli risposero che non importava, perché in qualsiasi caso per lui quell’incontro sarebbe stato reale.
Disorientata, chiese al suo io più giovane: «Perché ti sto sognando?». La risposta fu immediata: «Io sono Passato, e mi sogni perché troppe volte mi porti nel Presente. Sai, ci sono tante cose di me che non ti piacciono a pieno. Ora, guardandomi, ti chiedi come io e te abbiamo potuto fare certe cose o perché non ne abbiamo fatte altre. Io, guardandoti, non sono consapevole delle risorse che hai, e che ti fanno vedere in un’ottica diversa quanto io ho fatto. Ti sono apparso in sogno per dirti che abbiamo fatto il meglio con le risorse che avevamo a disposizione. Accettami, usami come punto di partenza per evolvere. Basta pensare agli sbagli che insieme abbiamo fatto. Sono dalla tua parte e voglio camminare insieme a te, guardando con fiducia tutto quello che possiamo scoprire insieme.»
Alla persona sembrò sensato quanto stesse dicendo Passato. Effettivamente spesso lo guardava con diffidenza: aveva rimpianti e rimorsi, e si chiedeva perché avesse fatto o perché non avesse fatto certe cose. In quel momento, però, guardando Passato comprese come la sua maturità attuale fosse diversa rispetto al suo Io più giovane, e che Passato aveva fatto semplicemente il meglio che poteva fare con le risorse che aveva.
«Ti ringrazio, Passato, e ti voglio a camminare con me. Sono sicuro che insieme ne vedremo delle belle.»
Si girò verso la sua immagine più anziana, e rimase pienamente sorpreso. Era lui stesso, ne era sicuro, ma l’immagine che vedeva continuava a mutare. «Perché continui a cambiare in questo modo?», gli chiese.
L’immagine rispose: «Io sono Futuro, e rifletto il modo in cui mi percepisci. Racchiudo in me infinite possibilità, le stesse che ora tu percepisci in te. Sono il frutto delle tue scelte e sono la conseguenza delle tue azioni. Ti appaio in sogno per ricordarti che io posso essere chiunque tu decida che io sia, a patto che tali desideri e tali sogni siano modellati con la realtà del tuo comportamento.»
Passato e Futuro si guardarono, e insieme iniziarono a parlare: «Abbiamo anche un altro messaggio da darti. Siamo due importanti parti di te, in quanto rappresentiamo la tua consapevolezza passata e il tuo sogno futuro. Con questo sogno, vogliamo consegnarci a te, Presente, affinché noi possiamo vivere in te invece che tu vivere in noi. Sei tu ad agire, e siamo liete di accompagnarti in questo meraviglioso viaggio.»
I tre si abbracciarono. Presente portò sempre dentro di sé Passato e Futuro, affinché gli fornissero una base su cui costruire e un sogno con cui volare.