Sentendo nominare la parola paura, ciascuno di noi ricorda. Ricorda momenti della sua vita in cui questa emozione ha influito sui propri comportamenti. Ricorda momenti di sfida, in cui i confini da superare sembravano netti e possenti. Ricorda la sensazione di affrontare qualcosa che non conosce.
Tra questi ricordi, si tende a percepire il lato frenante della paura, e non risulta immediato fare esperienza della paura come motore propulsore della vita. Senza paura, forse, ci sarebbe ben poca ragione di agire. Senza paura, forse, non riusciremmo pienamente a crescere e migliorare, innalzandoci nella nostra umanità.
Questa emozione, che spesso tanto temiamo e che tende a farci permanere nella staticità del noto e del consueto, forse è il più grande dono che ci viene fatto. Un dono sgradito, se percepito come freno. Un dono fantastico, se percepito come incitamento al volo.
Ebbene sì, avere paura è umano. Pienamente umano, direi. Tutti l’abbiamo sperimentata, tutti l’abbiamo vissuta. Eppure, non è tanto questione di avere paura: è questione di innalzare la paura a consigliera, che ci dice quando è importante agire.
È proprio quando abbiamo paura, che possiamo e dobbiamo agire. Nardone dice che ogni volta che evitiamo qualcosa, coltiviamo il terreno che ci porta ad evitare anche la volta successiva. Anthony Robbins dice che, se non puoi, allora devi.
Eccolo, forse, il ruolo della paura: quello di grandissima opportunità. Quello di segnalarci di agire, e di superare i confini che percepiamo. Quello di farci scoprire che, in fondo, è molto più semplice di come pensavamo. E, di fronte a questa evidenza, il cervello può dire: ottimo, un’altra cosa da aggiungere alle cose che so fare, e che posso imparare a fare meglio.
La scelta è nostra: pensare alla pioggia della paura come forza che inibirà il raccolto, o percepirla come nutrimento che farà germogliare le nostre azioni.
Un abbraccio,
Mattia
Un pensiero riguardo “La paura come opportunità di avere coraggio”