In questi ultimi mesi sto avendo modo di conoscere sempre di più il mondo della ricerca scientifica. Un mondo che apprezzo sempre maggiormente, sia per il rigore metodologico che per l’approccio attitudinale.
Sto imparando sempre più che lo scienziato vive nel dubbio. Il mondo della scienza non è fatto di certezze, ma piuttosto di domande e di risposte che nel tempo evolvono e mutano forma. Da secoli l’uomo indaga sulla natura dello spazio e del tempo e, per quanto le domande abbiano mantenuto la loro struttura, le risposte sono cambiate e sono diventate sempre più ricche ed esaustive. Lo scienziato, dunque, abbraccia la conoscenza attuale e la usa come punto di partenza per un qualcosa di più ampio ed esaustivo. È un viaggio che non ha basi solide, ma che proprio per questo permette di godersi ogni tappa in compagnia di quel grande amico che può essere l’ignoto.
In conseguenza a quanto appena affermato, sto imparando anche che lo scienziato è un continuo ed appassionato studente. In un mondo in cui le risposte cambiano velocemente, l’atteggiamento più appropriato è forse quello di ritenersi costantemente acerbi. Sappiamo una frazione infinitesima di tutto lo scibile, e anche nel ramo di nostra competenza le cose mutano ed evolvono. Non si può ritenere di sapere abbastanza quando sia il «sapere» che l’«abbastanza» sono variabili temporali che mutano con rapidità.
Mi sembra anche di capire che lo scienziato lavori per un qualcosa di più grande. Se si riesce ad andare oltre quel dolce richiamo egoico che vorrebbe vedere il nostro nome davanti a qualche interessante legge o complessa teoria, si può iniziare ad intravedere il fatto che ciò che lo scienziato fa lo fa per un qualcosa di più grande. Si tratta di imparare a leggere il linguaggio del mondo. Un linguaggio complesso, fatto di molte variabili, ma che col tempo riusciamo sempre maggiormente a decifrare e a parlare.
Ebbene sí: lo scienziato è un bambino competente e curioso. Competente perché, per vedere il nuovo, è bene che conosca l’attuale. Curioso perchè si rende conto che l’attuale è il solo trampolino di lancio verso il nuovo.
A presto,
Mattia