La Paura (e il Coraggio)

Tre colpi di tuono!

Andai ad aprire

In quel gran frastuono

vidi Paur’ apparire.

 

Ha’l manto lucente

un cappello usurato

‘na brace fervente

in quell’occhio sgamato.

 

“Son Paur, a me omaggio!

Nel caso è sua speme

attinger mi preme

al forzier del coraggio!

 

Conosco la pista

che porta ‘l tesoro

com’un gran regista

percezione decoro!

 

Un tocco d’angoscia

mio piccolo cigno:

senti come scroscia

il denar nello scrigno!”

 

Con pace respiro,

seppur dal fiato

mi viene un sospiro:

ancora è tornato!

 

Cacciarlo mi viene

di gesto affrettato

eppur non conviene

da quel c’ho ‘mparato.

 

Lo lascio entrare

nella mia dimora:

“Son pronto a parlare

anche a quest’ora”.

 

Lo vedo confuso

da tal gentilezza

di solito è d’uso

una grand’amarezza.

 

Tremando, l’ascolto:

non mi rassicuro!

Guardando ‘l suo volto

m’appar meno scuro!

 

Sorride dicendo:

“Mi hai ascoltato,

di tal mi stupisco:

Coraggio non prendo

ma anzi elargisco!”

 

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