Ciao a tutti! Il post di oggi sarà relativo ad alcune considerazioni presenti in un ottimo libro, denominato “Come ottenere il meglio da sé e dagli altri”, scritto da Anthony Robbins.
In particolar modo, questi spunti vengono presi dal quinto capitolo, denominato appunto “Le sette menzogne del successo”. E’ possibile notare immediatamente l’impatto del titolo, e può sorgere spontanea la seguente domanda: cosa intende l’autore con “menzogne del successo”? La risposta può essere ricercata nell’analisi di un fondamentale tassello che regola la nostra quotidianità: le credenze, o convinzioni.
Che cosa sono le credenze? Possiamo descriverle come delle opinioni alle quali conferiamo una carica emotiva, ed è proprio questo aspetto emotivo che può renderle estremamente produttive o maledettamente controproducenti. In particolar modo, se abbiamo un’opinione su qualcosa, vuol dire che stiamo emettendo un giudizio su un qualche aspetto della realtà, dettato dalla nostra esperienza personale. Come è possibile creare delle opinioni, allo stesso modo è possibile cambiare idea in presenza di un eventuale contro-esempio, o alla luce di ulteriori considerazioni. Quando a tali opinioni alleghiamo una carica emotiva, diventano delle convinzioni, le quali ci guidano nelle nostre azioni quotidiane. In questo caso, viene messo in atto il principio espresso dalla seguente citazione:
“Non vediamo le cose in base a come esse sono, ma le vediamo in base a come siamo noi” [Talmud]
Una volta che ci costruiamo delle credenze, esse si comportano da filtri, i quali influenzano la nostra esperienza soggettiva del mondo e il modo in cui ci interagiamo. E’ come se mettessimo un paio di lenti colorate, e se vedessimo dunque il mondo filtrato attraverso il colore delle lenti. Dall’interno, siamo spinti a ritenere che le nostre convinzioni corrispondano a verità, senza spesso chiederci da dove abbiano avuto origine o da dove le abbiamo imparate. La risposta è che, per fortuna e purtroppo, tante ci sono state insegnate e tramandate senza la supervisione della nostra parte razionale. E’ ottimo che i nostri genitori ci abbiano insegnato dei solidi principi con i quali affrontare la vita e le sfide che presenta. Non è invece produttivo il fatto che spesso abbiamo assorbito dall’ambiente societario una serie di convinzioni le quali, invece che aiutarci, ci mettono il bastone tra le ruote. Per questo motivo, quando si parla di credenze, non è opportuno usare le etichette “giusta” o “sbagliata”. Sono frutto della soggettività e possono essere ritenute “giuste” da alcuni e “sbagliate” da altri. Le domande che vale la pena porsi è: “in che modo le credenze che attualmente ho mi stanno aiutando a perseguire i miei obiettivi?” , “Le credenze che attualmente ho le sento veramente mie?” , “Le mie attuali convinzioni sono produttive o no?”
Utilizzando il principio del modellamento (spiegato nel precedente post sulla PNL), Anthony Robbins ha studiato quali fossero le convinzioni alla base del successo di persone eccellenti nel loro campo. Ne sono emerse 7 principali affermazioni, che l’autore denomina opportunamente menzogne, per indicare che nulla hanno a che vedere con la realtà. Sono un filtro per vedere gli avvenimenti quotidiani, e tale filtro si è dimostrato produttivo per molti. Se per voi non lo è, nessun problema: ognuno è libero di prendere alla base della propria vita le convinzioni che ritiene maggiormente utili, per sé e per l’ambiente circostante. Da qui deriva la libertà. Vi invito dunque a provare il seguente esperimento: per ognuna delle seguenti 7 frasi, provate a pensare come potrebbe trasformarsi la vostra vita se assumeste tale enunciato come base sulla quale interagire con il mondo. Fate finta che tali frasi siano per voi vere, ed immaginate che potere potrebbe derivarne per voi.
1) Tutto quello che succede ha una ragione e uno scopo, e possiamo servircene. A partire da tale convinzione, si può agire in modo proattivo nei confronti della realtà, invece che farsi vivere dagli eventi. Possiamo interpretare qualsiasi sfida come spunto per migliorare noi stessi.
2) Non c’è nulla di simile al fallimento, ci sono solo risultati. Questa convinzioni può permettere di togliere la carica emotiva negativa dai risultati che non sono all’altezza di quanto ci aspettavamo. Sono risultati, che abbiamo raggiunto intraprendendo determinate azioni. Cambiando le azioni, con la dovuta flessibilità, è possibile ottenere risultati nuovi, più vicini al percorso che sentiamo nostro. Possiamo trarre un feedback da quanto abbiamo fatto, per capire come farlo meglio in futuro.
3) Qualsiasi cosa accada, assumetene la responsabilità. Se deleghiamo all’esterno la responsabilità del nostro stato attuale, risulta essere difficile fare qualcosa per cambiare la nostra condizione. Assumendoci la responsabilità di quello che otteniamo, possiamo utilizzare pienamente la più grande risorsa che abbiamo a disposizione per eccellere: noi stessi.
4) E’ necessario comprendere le cose per essere in grado di servirsene. Le persone di successo risultano avere la padronanza del giusto bagaglio di conoscenze per raggiungere i propri obiettivi. Tale bagaglio di conoscenze prevede di non scendere eccessivamente nel dettaglio in aspetti non funzionali (non è necessario essere dei maghi in elettrotecnica per premere il pulsante della luce ed illuminare la stanza), e prevede dunque di comprendere quanto necessario ai proprio scopi.
5) La gente è la nostra massima risorsa. Le persone di successo, nella maggioranza dei casi, sanno apprezzare le persone per quello che sono e nutrono per loro massimo rispetto.
6) Il lavoro è gioco. Detto con le parole di Robbins stesso “Una delle chiavi del successo consiste nel realizzare un fruttuoso matrimonio tra ciò che si fa e ciò che si ama”.
7) Non c’è successo duraturo senza impegno. E’ importante impegnarsi a fondo per raggiungere i proprie obiettivi, ed è importante imparare ad indirizzare tale impegno nel modo più funzionale.
Queste credenze sono state riscontrate nelle persone di successo. Piccola precisazione: per successo non si intende quello pubblico. Vi sono molti vip che, pur essendo famosi, sono logorati dentro dall’insoddisfazione. Per successo di intende quello personale, quello che conduce all’appagamento e alla felicità. Sono le sole credenze alla base del successo? No, ve ne sono sicuramente molte altre. Il nostro compito è scoprire quelle che possiamo assumere alla base dei nostri comportamenti, affinchè siano il più funzionali possibile per noi, per gli altri e per i nostri obiettivi.
Complimenti per il blog! Articoli ben scritti ed argomenti molto interessanti. Vorrei però esprimere un dubbio che mi sorge leggendo questo articolo. Non trovi che modellando le proprie convinzioni in modo che collimino con quelle di un’altra persona (ritenuta di successo), ci sia il rischio di allontanarsi “troppo” da ciò che caratterialmente ci identifica come individui, e quindi rischiamo che tutto questo impegno si riveli addirittura controproducente, o ancor peggio deleterio? Io credo che una sana curiosità, e apertura mentale, possano guidarci attraverso esperienze vissute in prima persona a “ricalibrare” le nostre convinzioni in modo da ritenerci persone di successo (senza doverci appoggiare alle convinzioni di altri) attraverso un processo del tutto personale.
Ciaaao Fox :)! Ti ringrazio per i complimenti e per il commento! Il tuo dubbio è molto interessante, è un’idea che riesco a comprendere, dal momento che anche a me a volte è venuto da pensare che ci si potesse scostare dalla propria identità! Ti riporto una considerazione personale, che puoi poi integrare o meno alla tua visione, in base alla tua preferenza! In PNL è messa in luce una differenza molto importante: quella tra contenuto e processo! Come si può intuire dalle parole stesse, il processo è la sequenza di operazioni mentali che si compiono per elaborare delle determinate informazioni! Il contenuto risulta invece essere l’esperienza stessa soggetta alle elaborazioni, che può essere vissuta o costruita mentalmente! Andando ad intervenire sulle credenze, a mio parere, è possibile andare a modificare “le lenti” con cui vediamo il mondo, e permettere dunque una diversa elaborazione delle informazioni (processo)! In altri termini, di fronte alla medesima situazione, siamo in grado di affrontare il problema con un numero maggiore di scelte! La PNL è descritta anche in questo modo, ossia come creatrice di scelte! Da più scelte deriva una maggiore flessibilità, che ci permette di affrontare i problemi nel modo più efficace (in uno specifico contesto)! Sono pienamente d’accordo con te sul fatto che sia fondamentale mantenere il proprio senso di identità! Adottare credenze altrui può essere a mio parere un buon metodo per ampliare la propria mappa del mondo, non per sostituirla con quella di altri, e in questo modo riusciamo a mantenere noi stessi, con le nostre idee e i nostri obiettivi! E’ come se si uscisse da se stessi, ci si calasse nelle lenti di un’altra persona e ci si chiedesse “Vedere le cose in questo modo è utile per me, per le persone che mi stanno attorno, e per i miei obiettivi?”. In caso di risposta affermativa, si possono integrare tali lenti nella propria visione, mantenendo al contempo la propria visione e quello che si vuole raggiungere nella propria vita. In caso di risposta negativa, va bene così: tale credenza non è per noi utile! La PNL serve sempre ad accrescere il numero di alternative, mai a diminuirlo! Al di là di questi aspetti tecnici, reputo fondamentale quella da te descritta come “sana curiosità e apertura mentale”! E’ l’atteggiamento fondamentale alla base di qualsiasi percorso di crescita personale (a mio parere), e viene prima di qualsiasi tecnica, credenza e chi più ne ha più ne metta :)! Già con quell’atteggiamento si va molto lontano :)! Spero di essere riuscito a fornirti un altro modo per vedere questa questione! Se hai altre osservazioni dimmi pure :)!