Il post di oggi sarà dedicato all’amore!!! Servirebbero migliaia, se non miliardi di post, per riuscire a descrivere cosa sia l’amore! E anche con miliardi di post difficilmente si riuscirebbe a definirlo in modo compiuto! Nello scorso post ho citato un grandissimo educatore e autore, Felice Leonardo Buscaglia. Oggi parlerò ancora di lui! Cosa c’entra con l’amore? Moltissimo! L’intera carriera di Buscaglia gira intorno a questa parola, in quanto si è concentrato sull’esplicare come l’amore sia e debba essere la solida base intorno alla quale costruire la nostra umanità. Senza amore non potremmo vivere. A pensarci bene, siamo tutti profondamente correlati tra di noi. Come dice Stephen Covey, l’obiettivo dell’uomo moderno è quello di instaurare per sé un regime di interdipendenza, basata su un previo raggiungimento della propria indipendenza. In particolar modo, una persona, prima di stare bene con gli altri, deve stare bene con sé stessa: deve avere una forte bussola interiore e dei sani principi, che la guidino nelle bellezze e nelle sfide della vita. Quando una persona riesce a stare bene con sé stessa, può estendere questo benessere e convivere in modo produttivo con chi lo circonda, ricercando la felicità per sé e per gli altri! In questo modo indipendenza e interdipendenza creano una spirale di continuo miglioramento e accrescimento delle proprie risorse e delle risorse altrui. Mi piace pensare che possa esservi un parallelo tra questo pensiero di Covey e quanto detto da Buscaglia. Anche quest’ultimo, infatti, pensa che si possa donare solamente quello che si ha. In altri termini, possiamo amare gli altri solamente se amiamo prima noi stessi. E’ egoismo? No! E’ riconoscere che possiamo stare bene tutti insieme: anche noi, come tutti gli altri, contiamo moltissimo! Ok, non siamo perfetti, e che gusto ci sarebbe ad esserlo? Vivremmo in un modo di robot felici. Meglio essere umani, ed essere umani comporta momenti gioiosi e momenti meno gioiosi, comporta imparare sempre qualcosa di nuovo. E comporta essere liberi: liberi di sbagliare, di prendersi sulle spalle i propri errori, di imparare da essi, di allontanarli e di guardare avanti.
Alla base di tutto questo, deve esserci l’amore. Già, ma cos’è? Come detto prima, è veramente difficile definirlo. A Buscaglia (e anche a me) piace moltissimo la seguente definizione, riportata da Antoine de Saint-Exupéry: “Forse l’amore è il processo con il quale ti riconduco dolcemente a te stesso”. E’ geniale a mio parere, e racchiude un’ampia serie delle caratteristiche dell’amore. Buscaglia stesso cerca di darne una definizione, in un suo libro denominato, guarda a caso, “Amore”. Pur cercando di descriverlo, ammette lui stesso come descriverlo compiutamente sia un processo impossibile: ci si può avvicinare. Le parole non sono sufficienti ad estrapolare gli sconfinati poteri dell’amore.
” Dunque l’amore è molte cose assieme, ancorché non sia «una cosa» in senso proprio perché non possiamo venderla o comprarla, pesarla o misurarla. L’amore può soltanto essere dato e liberamente espresso. Non può essere catturato, non può essere afferrato o trattenuto. Non è un’entità che si possa legare oppure stringere in pugno. Esiste in ogni persona e in ogni cosa, in varie forme e gradi, e attende solamente di essere tradotta in realtà. Non sussiste al di fuori dell’ego individuale. Né vi sono specie diverse di amore. L’amore è amore, e basta. L’amore significa fiducia e accettazione, senza garanzie. L’amore è paziente e sa attendere, ma è un’attesa, non uno status passivamente remissivo, poiché si offre incessantemente in un rapporto di scambio e di reciproca rivelazione. L’amore è spontaneo e implora di potersi esprimere attraverso la gioia, la bellezza, la verità. Perfino attraverso le lacrime. L’amore vive nell’oggi, è vero nell’immediato. Non si perde nel passato né guarda smaniosamente al futuro. Amore vuol dire: Adesso! “
[Leo Buscaglia, Amore]