Ciao! Questo è il secondo articolo relativo al percorso di riallineamento personale! Mentre nel primo articolo avevo fatto un’introduzione generale sul cammino, oggi si inizia! E si inizia con il turbo, perché iniziamo ad esplorare il livello logico più alto: la spiritualità, indissolubilmente legata alla mission! Farò riferimento ad un bellissimo libro, denominato “The 7 Habits of Highly Effective People: Powerful Lessons in Personal Change” (titolo italiano: “Le 7 Regole per Avere Successo”), e scritto da Stephen Covey.
Ti invito a leggere con attenzione le seguenti parole, scritte dall’autore, e a fare quanto dicono.
Sgombra la tua mente da tutto, fuorché da quello che leggerai e che io t’inviterò a fare. Non pensare al lavoro, affari, famiglia o amici. Concentrati su quanto ti dico e cerca veramente di aprire la mente. Cerca di immaginarti mentre stai per andare al funerale di una persona cara. Stai guidando l’auto verso la camera ardente, parcheggi ed esci dall’auto. Entrando nell’edificio puoi vedere i fiori, sentire l’organo che suona. Nei corridoi vedi i volti di amici e familiari. Senti che ti accomuna a loro il dolore per la perdita, l’altra faccia della gioia di aver conosciuto il defunto.
Poi entri nella camera ardente, guardi il feretro, e improvvisamente ti trovi faccia a faccia con te stesso. Quello è il tuo funerale, di qui a tre anni. Tutte quelle persone sono venute per onorarti, a testimoniare i loro sentimenti di amore e di apprezzamento per quanto hai fatto.
Prendi una sedia e, nell’attesa che inizi la cerimonia funebre, dai una scorsa al programma che hai in mano. Prenderanno la parola quattro persone. Un congiunto: figlio o genitore, fratelli, sorelle, nipoti, arrivati da ogni dove per l’occasione. Il tuo migliore amico, la persona che meglio ti conosceva. Il terzo a parlare sarà un tuo collega di lavoro. Il quarto sarà un membro dell’associazione sportiva o culturale di cui hai fatto parte.
Adesso rifletti profondamente. Che cosa ti piacerebbe che ciascuna di queste persone dicesse di te e della tua vita? Che tipo di marito, moglie, padre o madre vorresti apparire attraverso le loro parole? Che tipo di figlio o figlia o amico, collega? Guarda attentamente tutti i presenti. In che modo vorresti aver influito sulla loro vita?
Prima di leggere oltre, prenditi qualche minuto per mettere su carta le tue impressioni.
Ora che hai fatto questo potente viaggio dentro di te, sei pronto per comprendere al meglio quella che Covey chiama la seconda regola:
Begin with the end in mind (Comincia pensando alla fine)
Penso che il modo migliore di descrivere tale regola sia riportare la sua analisi direttamente dalle parole dell’autore.
Anche se la regola 2 vale per mole circostanze diverse e diverse fasi della vita, la sua applicazione principale è legata a iniziare oggi ad avere l’immagine, la raffigurazione o il paradigma della fine della nostra vita, come quadro di riferimento o come criterio di base al quale esaminare ogni altra cosa. Ogni parte della nostra vita – comportamento di oggi, di domani, della settimana prossima, del mese prossimo – può essere esaminata nel contesto globale, di quello che veramente conta di più per noi. Avendo chiaramente in mente la fine, possiamo assicurarci che qualsiasi cosa facciamo in un qualsiasi giorno non violi il criterio che abbiamo definito di massima importanza, e che ogni giorno della nostra vita contribuisca in modo significativo alla visione che abbiamo della nostra vita. Cominciare pensando alla fine significa iniziare con una chiara comprensione della nostra destinazione. Significa sapere dove siamo diretti, così da capire meglio dove ci troviamo ora e far sì che i passi da noi compiuti siano sempre nella direzione giusta.
È incredibilmente facile essere intrappolati in un’attività sbagliata, un’attività fine a se stessa, nel lavorare sempre più duramente per arrampicarsi sulla scala del successo solo per scoprire che è appoggiata sul muro sbagliato. È possibile essere impegnati, molto impegnati, senza essere efficaci.
Spesso le persone si trovano ad ottenere vittorie prive di significato, successi ottenuti a spese di cose che improvvisamente si riconoscono come di gran lunga più preziose. In qualsiasi campo di attività, medici, insegnanti, attori, uomini politici o d’affari, atleti o idraulici, lottano spesso per ottenere un reddito più alto, un maggior riconoscimento o un certo grado di competenza professionale, solo per scoprire che le energie spese per conseguire tali obiettivi li hanno resi ciechi nei confronti delle cose che in realtà contavano di più e che adesso sono irrimediabilmente perdute.
Ben diverse sono le nostre vite quando sappiamo davvero che cos’è importante per noi e, tenendo questa idea in mente, ci sforziamo ogni giorno di essere e di fare quello che conta realmente di più. Se la scala non è appoggiata al muro giusto, ogni passo che muoveremo non farà che farci arrivare più in fretta nel posto sbagliato. Possiamo essere molto impegnati, possiamo essere molto efficienti, ma saremo anche efficaci quando cominceremo pensando con la fine in testa.
Se hai considerato attentamente quello che avresti voluto venisse detto di te nell’esperienza del funerale, vi troverai la tua definizione di successo. Può essere molto diversa dalla definizione che pensavi di avere in mente. Forse fama, successo, denaro o qualcuna delle altre cose per cui lottiamo con così tanto impegno, non fanno neppure parte del muro giusto.
Quando cominciamo pensando alla fine, otteniamo una diversa prospettiva. Un uomo chiede ad un altro, alla morte di un amico comune: “Quanto ha lasciato?” E l’altro rispose: “Tutto”.
La seconda regola di Covey è fondamentale, e a mio parere possono essere scorti degli importanti parallelismi con il concetto di mission secondo la PNL. Cos’è la mission? Può essere definita come una dichiarazione di intenti, una dichiarazione di quello che si vuole testimoniare nella propria vita. Insomma, una dichiarazione di chi vuoi essere, una serie di frasi e di parole che racchiudano in modo armonioso tutto quello che sei, che vuoi diventare e che vuoi testimoniare nel corso della tua esistenza. Leo Buscaglia afferma che la morte è la più grande invenzione della vita, perché ci permettere di capire che non abbiamo a disposizione l’eternità, e ci consente di comprendere qual è la reale direzione che vogliamo per noi. Quella direzione che, nei nostri ultimi giorni, ci farà dire: “Ho dato tutto di me, ho seguito quello che per me era importante”. E ce lo farà dire con un ampio sorriso sul volto!
Qual è la tua mission? Sugli obiettivi specifici ci concentreremo più avanti. Quello che ti invito a fare è scrivere una tua dichiarazione di intenti, alla luce del percorso che hai già fatto nella parte iniziale dell’articolo. Chi vuoi essere? Come vuoi rapportarti con gli altri? Cosa vuoi testimoniare nella tua quotidianità? Cosa vuoi che le altre persone dicano quando ti descrivono? Lascia spazio alla tua creatività. Non ti do alcuno spunto per scrivere la tua mission, proprio perché è TUA. Non c’è un modo giusto o sbagliato di scriverla. La cosa importante è che, mentre la scrivi, senti quelle parole risuonare dentro di te, e risuonando ti donano energia e potere. E man mano che passa il tempo, potrai apportare delle modifiche alla tua mission, aggiungendo nuovi e interessanti spunti. Lascia perdere il timore di sbagliare: buttati e scrivi tutto quello che ti viene in mente :)! Buon divertimento :)!