Viaggio dentro di sé : Occhiali rosa come filtri sulla realtà

Ciao! Oggi entriamo nel magico mondo delle convinzioni! Nel fantastico universo degli occhiali rosa!

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Come occhiali rosa?! Ebbene sì! Le nostre convinzioni funzionano in un modo analogo! Ho letto questo paragone in un libro di Roy Martina (non ricordo ora con precisione quale): le nostre credenze fungono da filtro con il quale esaminiamo la realtà! Una determinata realtà oggettiva può essere percepita in vari modi, in relazione alla mappa interna che una persona ha sviluppato nel corso della sua esistenza! Un determinato giudizio su una realtà esterna (o spesso anche interna, legata alle proprie sensazioni o ai propri ricordi) è strettamente correlato alle idee e alle convinzioni che una persona ha sviluppato nella sua vita! E spesso tali convinzioni fanno da vero a proprio filtro mentale!

Come una sorta di imbuto, prendono la realtà e la rimpiccioliscono, fino ad adattarla ad una forma e a una struttura assimilabile per il nostro cervello, e dunque inseribile nella nostra mappa. Tendiamo quindi ad escludere dai nostri ragionamenti quegli elementi che non percepiamo come “nostri” e che non sappiamo fronteggiare: è più comodo per noi far finta che non ci siano e legarci a quello che già conosciamo!

Facciamo un esempio: chiamate una persona a voi cara e vi risponde in modo brusco! Può capitare di prenderla sul personale e di dire: “Eh no, se una persona vuole bene ad un’altra, allora non si comporta in questo modo!”. Eccola qui la convinzione! Sono stati correlati due elementi: la risposta telefonica e il voler bene. È stato stabilito un nesso tra questi due elementi, che ha influenzato il modo in cui la situazione è stata percepita. Non si è tenuto conto del fatto che magari l’altra persona era arrabbiata perché aveva appena scoperto che erano scaduti i Sofficini nel freezer!

Ok, ho preso un motivo scemo, e l’ho scelto appositamente per vedere in chiave maggiormente ironica quello che facciamo. Viviamo la nostra vita, facciamo la nostra esperienza e sviluppiamo delle convinzioni. Poi usiamo tali convinzioni per cercare di comprendere come comportarci e per comprendere il comportamento altrui. Sta di fatto che le altre persone hanno avuto esperienze completamente diverse dalle nostre, hanno sviluppato convinzioni diverse e vedono la realtà da una prospettiva diversa. Chi ha ragione? Nessuno e tutti!

Cosa vuole mettere in luce questo ragionamento? Che ci conviene essere prudenti nei giudizi, perché nel formularli stiamo usando delle lenti che sono del tutto nostre e che possono essere completamente diverse da quelle indossate da un’altra persona.

Bene, quindi che ruolo hanno le convinzioni? Sono di importanza cruciale, perché sono l’elemento collante che permette l’esistenza delle correlazioni riportate nel seguente schema

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Ho fotografato questo schema dal libro “Il potere delle parole e della PNL” di Robert Dilts, alla base dei modelli linguistici “Sleight of Mouth”, utili per modificare le convinzioni limitanti. Tale libro è un capolavoro, a mio parere. Secondo Dilts, che relazione vi è tra le nostre convinzioni e gli altri elementi che compongono la nostra quotidianità? I principali legami sono con i seguenti elementi.

  • Stati interni: nella PNL lo stato interno è di importanza cruciale. È strettamente correlato alla “chimica” che abbiamo nel nostro corpo, e influenza in modo significativo il modo in cui vediamo le situazioni circostanti. Ti è sicuramente capitato di reagire in modo molto diverso allo stesso evento. Ad esempio, se sei in giro in macchina tranquillo/a e vedi un semaforo rosso, ti fermi e con calma attendi il verde. Se sei di fretta, parte un miscuglio indecifrabile di parolacce al semaforo affinché diventi verde. Qual è la diversa base? Lo stato, e lo stato influenza direttamente come percepiamo il fenomeno. Di fronte alle convinzioni, possiamo assumere uno stato che tenga in conto che stiamo indossando degli occhiali diversi da quelli degli altri, o uno stato che pensa che i nostri occhiali siano gli unici corretti, e che dunque promuova una chiusura nel sistema di convinzioni.
  • Aspettative: alle nostre convinzioni sono strettamente correlate delle aspettative per il futuro. “Beh, non ce l’ho fatta fino a oggi, devo farcela domani? Ma va, meglio se lascio perdere…”. “Non so cosa mi attenderà domani, ma sono fiducioso perché fino ad oggi ho affrontato al meglio quello che mi è capitato, e domani farò altrettanto!”. Lasciatemelo dire: cazzo, che differenza di atteggiamento! E tale differenza di atteggiamento è strettamente correlata a quello che riteniamo possibile o non riteniamo possibile. Le nostre convinzioni generano delle aspettative su quello che succederà, che proiettiamo nel tempo presente per valutare che azioni intraprendere. E come possiamo vedere dalle frasi scritte prima, le convinzioni sono legate all’…
  • Esperienza: le diverse circostanze che viviamo nel corso della nostra vita influenzano senza dubbio quello che siamo portati a credere. Una persona ha tradito la nostra fiducia? Potremmo essere portati a dire: “Meglio stare attenti alle persone, voltano le spalle…”. Da un’esperienza estraiamo una convinzione legata alle 7 e più miliardi di persone che abitano la Terra: tale processo mentale si chiama generalizzazione. Insieme ad altri processi mentali, denominati cancellazioni e distorsioni, e che ho descritto in articoli precedenti, creano terreno fertile per far sviluppare le convinzioni dalle esperienze quotidiane. Voglio precisare: sono processi fisiologici e fondamentali, quindi dobbiamo per certi versi cancellare, generalizzare e distorcere. L’importante è farlo bene, in un modo che ci sia utile. Inoltre, come riportato nello schema, è importante mantenere una cornice-feedback: le convinzioni devono rimanere correlate all’esperienza, in quanto serve ad aggiornare le convinzioni e a farle evolvere.
  • Valori: un altro campo molto importante a cui sono correlate le credenze è quello dei valori. In particolar modo, molte espressioni di convinzioni tendono a correlare valori (sensazioni per noi importanti) ed esperienze, mediante dei modelli linguistici denominati: 1) relazioni causa-effetto 2) equivalenze complesse. Nel primo caso, tendiamo a correlare un evento ad un altro (o ad un valore) assumendo che uno  sia il fattore scatenante, e l’altro la diretta conseguenza. Ad esempio: “se ti impegni abbastanza, puoi ottenere tutto quello che vuoi!”. Nel secondo caso, mettiamo in relazione due eventi (o valori) che non hanno alcuna correlazione oggettiva. Ad esempio: “Senti, so io come funziona: se tiene a te ti scrive una lettera e ti spiega perché si è comportato così”. Può sembrare un legame causa effetto, ma è diverso: nel primo caso, uno scatenava l’altro, mentre nel secondo caso, sono stati correlati due eventi oggettivamente non correlati tra loro (il voler bene e il scrivere una lettera).

Questa analisi ti ha permesso di comprendere qual è il funzionamento base delle convinzioni! Vi sono molte altre considerazioni da fare, che condividerò con te più avanti! Di convinzioni, per vivere, dobbiamo svilupparne. Conviene che le sviluppiamo in modo tale che ci siano di supporto, piuttosto che d’intralcio. Se le nostre convinzioni ci frenano e non supportano in modo armonico gli altri livelli logici, ci troveremo frenati e bloccati. Dunque, come poter modificare le convinzioni, in modo tale che ci siano di aiuto? La risposta alle prossime puntate 😉

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