Tutti noi abbiamo innumerevoli occasioni per amare e tuttavia nel mondo assistiamo a ben poche dimostrazioni d’amore. La gente muore sola, piange sola. Vediamo bambini maltrattati, vecchi trascorrere gli ultimi giorni di vita senza tenerezza e senza affetto. In un mondo ove appare ovvio il grande bisogno di attestare concretamente l’amore, è facile renderci conto dell’enorme potere che abbiamo nella vita di aiutare, di guarire gli altri con un gesto per nulla complicato: un caldo abbraccio, una mano tesa. Santa Teresa d’Avila ci scongiurava di «abituarci a compiere molti atti d’amore perché infiammano e addolciscono l’anima».
L’epilogo della giornata è un momento propizio per riflettere su ciò che abbiamo fatto allo scopo di migliorare il mondo, di farne un luogo maggiormente pervaso d’amore e dedizione al prossimo. Se di sera in sera nulla peraltro affiorasse alla nostra mente, non per questo cesserebbe di essere un momento altamente opportuno per meditare su ciò che abbiamo il potere di compiere se vogliamo mutare il mondo in senso positivo. Non siamo tenuti a porre in atto niente di clamoroso: basta compiere piccoli gesti alla nostra portata: fare la telefonata continuamente rinviata, scrivere il biglietto più volte accantonato, avere un tratto di cortesia fin ora trascurato. Quando si tratta di donare affetto, le occasioni che ci sono offerte non hanno limite alcuno.
[Leo Buscaglia, Nati per Amare]
No papaye 