Prosegue il percorso sullo studio 🙂 ! Nello scorso articolo ti ho parlato dello stress, e di come possa essere gestito e utilizzato per massimizzare la propria performance. Oggi ci immergiamo nel mondo delle submodalità.
Che cosa sono? Come sappiamo, l’essere umano fa esperienza del mondo mediante i 5 sensi: vista, udito, tatto, olfatto e gusto. Dal momento che la PNL (Programmazione Neuro-Linguistica) studia la soggettività dell’esperienza umana, con la finalità di estrarre modelli di eccellenza e di fornire scelte, è fondamentale approfondire il modo in cui entriamo in contatto con l’ambiente in cui viviamo e il modo in cui elaboriamo informazioni. I 5 sensi nella PNL vengono racchiusi in 3 modalità, o canali sensoriali:
- Canale Visivo (V): Comprende per l’appunto le immagini che, tramite i nostri occhi, traiamo dal mondo reale. Ma non solo. Comprende anche i nostri ricordi visivi e le immagini che possiamo creare all’interno del nostro cervello.
- Canale Auditivo (A): Comprende i suoni e i rumori che possiamo trarre dal mondo reale, con le nostre orecchie. Comprende inoltre i suoni che ricordiamo, quelli che ci immaginiamo e il dialogo interno, che spesso mettiamo in atto con noi stessi.
- Canale Cenestesico (K): Comprende le sensazioni tattili, olfattive e gustative che possiamo sperimentare o ricordare. Il nome di questo canale (K) viene anche utilizzato per analizzare lo stato in cui si trova una persona, in quanto tale stato è strettamente correlato alle sensazioni ed emozioni che prova. In particolar modo, si denomina K+ uno stato di alta performance, ricco di risorse. Si denomina invece K- uno stato non ottimale e depotenziante.
Queste sono le modalità con cui possiamo fare esperienza del mondo. Per quanto riguarda le submodalità, possiamo intuire dal nome che agiscono ad un livello ancora più specifico e profondo. Richard Bandler, dopo averne scoperto il ruolo, ne ha fatto uno dei tasselli fondamentali della PNL. Nel libro “Il potere dell’inconscio e della PNL”, dice che è una delle scoperte più significative ed efficaci sul modo in cui l’essere umano elabora le informazioni.
Le submodalità sono le caratteristiche che contraddistinguono le immagini che vediamo, i suoni che sentiamo e le sensazioni cenestesiche che proviamo. Ad esempio, una scena che immaginiamo può essere vicina o lontana. A fuoco o sfuocata. Luminosa o scura. Un suono che sentiamo può essere acuto o grave. Una sensazione che proviamo può essere fredda o calda.
Tutti noi abbiamo ricordi, belli e brutti. Una cosa che possiamo notare è che probabilmente, esaminando diversi ricordi, cambiano in modo significativo le submodalità a loro associate, e cambia anche l’impatto emotivo che tali ricordi hanno su di noi. Modificando le submodalità di un ricordo, possiamo modificare l’impatto emotivo che tale ricordo ha su di noi. Possiamo amplificare le sensazioni positive di un bel ricordo, e possiamo ridurre o annullare le sensazioni negative di un cattivo ricordo. E da questo deriva un potere immenso.
Come le submodalità possono interagire con lo studio? Sono la base del processo di ancoraggio, che vedremo nel prossimo articolo. Ora, ti consiglio di fare il seguente esercizio, propedeutico a quello che farai successivamente. Prendi un bel ricordo. Da questo ricordo, puoi elicitare (estrarre) le submodalità.
Ti fornirò a fine articolo una serie di submodalità, da cui potrai trarre spunto. Ve ne possono essere molte altre oltre a quelle che scriverò: sentiti libero di aggiungerle e di gestire l’esercizio nel modo in cui più ti piace 🙂 .
Una volta che avrai finito di leggere l’articolo, immergiti vividamente nel ricordo. Sperimentalo, e riportalo nel presente. Concentrati inizialmente su quello che vedi (V), poi su quello che senti (A), ed infine su quello che percepisci a livello sensoriale (K). Per ciascuno dei tre canali, elicita le varie submodalità presenti nell’elenco alla fine dell’articolo (e quelle che vorrai aggiungere). Per esempio, nel canale visivo, comparirà la submodalità “Dimensione”. Valuta quanto è grande l’immagine o la sequenza di immagini che ti rappresenti mentalmente: prova a dare un numero da 1 a 10 alla dimensione di tale immagine (o tale sequenza). Procedi in modo analogo per le altre submodalità, e se può aiutarti fornire un numero, appuntalo. Nel caso una submodalità o una modalità non sia coerente con il ricordo (ad esempio, se non senti alcun suono) passa alla submodalità o alla modalità successiva.
Quando avrai finito di estrarre le submodalità, puoi passare allo step successivo: modificarle. Ad esempio, se l’immagine che ti rappresenti è grande 7, puoi farla diventare grande 8. Come cambia la tua percezione emotiva? La piacevolezza del ricordo si intensifica? Dopo che avrai modificato una submodalità, prima di passare alla successiva, riporta il ricordo alla condizione iniziale. Infatti lo scopo di questo esercizio è scoprire quali sono le submodalità per te più significative, ossia quelle che con una modifica cambiano in modo significativo la tua percezione del ricordo. Fai questo esercizio con tutte le submodalità, e scopri quali sono quelle per te più importanti 🙂 .
Ecco qui una lista di submodalità con le quali puoi iniziare a svolgere l’esercizio. Se te ne vengono in mente altre, aggiungile pure!
Canale Visivo (V)
- Dimensione
- Distanza dall’immagine
- Luminosità
- Immagine a colori / in bianco e nero
- Immagine fissa / sequenza di immagini / film
- Contorno
- Associato (vedi la situazione dai tuoi occhi) / Dissociato (vedi la situazione ed eventualmente te stesso da un punto di vista esterno)
Canale Auditivo (A)
- Volume
- Direzione di provenienza del suono
- Durata
- Frequenza
- Ritmo
Canale Cenestesico (K)
- Temperatura
- Dolcezza
- Pressione
- Intensità
- Localizzazione della sensazione
- Come si muove la sensazione
- Asprezza
Nel prossimo articolo, vedrai come applicare i concetti visti oggi in una fondamentale tecnica di gestione dello stato: l’ancoraggio. Stay tuned 😉 .