La gestione dello stato è di fondamentale importanza per poter massimizzare la propria performance. Vale nella vita come nello studio. In particolare, negli scorsi due articoli, ti ho parlato del ruolo dello stress e delle submodalità. Con questo articolo vedremo l’ultima tappa di questa seconda parte del percorso: come poter ancorare determinati stati, sfruttando il riflesso condizionato (o pavloviano).
Chi è Pavlov, e perché ho messo una foto in cui compaiono dei cani? In che modo sono correlati alle ancore? E cosa sono le ancore?
Andiamo per gradi, partendo dall’immenso lavoro di Pavlov. Chi era? Un fisiologo, etologo e medico russo. Notò quanto segue: se ad un cane viene portato del cibo, la sua salivazione ne risulta incrementata. Se invece viene suonato un campanello, la salivazione del cane non ne è influenzata. Il cibo e il campanello sono due stimoli di diversa natura: il primo relativo al canale visivo, e il secondo relativo al canale auditivo. Cosa succede se facciamo avvenire i due stimoli nello stesso lasso di tempo? Pavlov probabilmente se lo chiese, e provò a suonare un campanello quando veniva portato al cane del cibo. Il cane, alla vista del cibo, iniziava a salivare, e nello stesso momento sentiva il suono del campanello.
Dopo una serie di ripetizioni di questa associazione, Pavlov provò a suonare il campanello senza portare del cibo al cane. Il risultato? Il cane, pur non vedendo il cibo, iniziò comunque a salivare.
Cosa è successo? Si è creato quello che in gergo tecnico viene denominato riflesso condizionato. Un riflesso condizionato è un’associazione neuronale che prende atto quando due diversi stimoli sensoriali vengono fatte agire in concomitanza: successivamente, uno dei sue stimoli sensoriali è in grado di richiamare il secondo, in quanto connessi a livello neuronale. Cosa ne pensi? È un fenomeno che a mio parere conosci molto bene. Pensa ad esempio alla musica. Se pensi a quella bella canzone, che hai sentito al mare con i tuoi amici, mentre ti divertivi alla grande, come stai? Immagino bene. E se pensi invece a quella canzone che continuavi a sentire in un momento difficile e triste? Non ti viene un po’ di tristezza?
Anche queste sono delle associazioni neuronali condizionate, denominate nella PNL ancore. Se quando ci sentiamo particolarmente bene azioniamo un determinato stimolo, creiamo un ancoraggio. E se in futuro saremo nuovamente soggetti a tale stimolo (o se lo azioneremo noi), se l’ancoraggio è stato ben eseguito emergeranno nella nostra mente le sensazioni positive che provavamo nel momento della creazione dell’ancora. Estremamente potente e utile.
Che implicazioni ha questo per lo studio? Possiamo ancorare delle sensazioni di fiducia, determinazione e benessere, da provare quando stiamo per affrontare un’interrogazione o una prova. Attivando tali ancora, ci sarà facile ricordare i nostri successi, i nostri bei momenti, e sperimentarli nuovamente nel presente, in modo da ottimizzare la nostra performance e inserirci in un circolo di successo.
Ok, ma come si può creare un’ancoraggio? Per farlo, segui questi passaggi:
- Scegli un’emozione che vuoi portare con te. Può trattarsi di tranquillità, benessere, fiducia, carica, grinta, felicità. E tante altre, la scelta è tua!
- Ora, pensa ad un momento passato, in cui hai provato tale sensazione. Potresti pensare: “In realtà non l’ho mai provata”. Se ti emerge un pensiero di questo tipo, tieni a mente quanto segue. Per quanto riguarda le emozioni, non possiamo dare un nome a qualcosa che desideriamo ma che affermiamo di non aver mai sperimentato. È come desiderare di bere il latte di cocco pur non avendolo mai provato. Al massimo puoi essere curioso di assaggiarlo, ma non puoi desiderare di berlo, in quanto non sai com’è. Allo stesso modo, se desideri affrontare una determinata prova con uno stato d’animo, vuol dire che quello stato d’animo l’hai conosciuto, l’hai sperimentato dentro di te. E devi solo ricordarlo. Quindi, fai viaggiare la mente fino a quando trovi una situazione in cui ti trovavi nello stato che vuoi ancorare.
- Ora che hai trovato tale situazione, verifica che sia ecologica per te. In quel momento, oltre a quello stato, provavi anche qualcos’altro? Qualche altra emozione che potrebbe non inserirsi bene nell’ancoraggio? Se la risposta è affermativa, vai alla ricerca di un’altra situazione in cui hai provato quello stato, stando ben attento a cercarne una in cui provavi quello stato ed eri totalmente immerso in esso, con armonia e piacevolezza.
- Nello scorso articolo ho scritto che l’elicitazione e la modifica delle submodalità sono propedeutiche all’ancoraggio. Ora, concentrati sulle submodalità del tuo ricordo. Modificale, sopratutto quelle per te più significative, in modo tale da ampliare le sensazioni positive associate a questa esperienza.
- Nel momento in cui senti che sei al culmine delle sensazioni sperimentate, effettua l’ancoraggio. Come puoi fare? Sfrutta uno dei tre canali sensoriali. Puoi scegliere una scena da immaginare, delle parole da dire a te stesso o un punto del corpo da toccare. O anche due o tre canali insieme, per creare così un’ancora multi-sensoriale. Nel caso in cui scegli un’immagine, quando sei al culmine delle sensazioni immagina in modo vivido tale scena, per alcuni secondi. Nel caso in cui invece scegli delle parole da dire a te stesso, al culmine delle sensazioni pronuncia tali parole, con un tono adatto all’ancora che vuoi creare. Se dici a te stesso di essere carico con la voce di Topo Gigio, non so quanto possa funzionare! Nel terzo caso, invece, al culmine delle sensazioni tocca la parte del corpo da te scelta. In questo caso ti faccio alcune raccomandazioni. Scegli una parte del corpo che puoi toccare in pubblico, e quando la tocchi devi esercitare la medesima pressione utilizzata nell’ancoraggio. Inoltre, il gesto che compi non deve essere un gesto che compi abitualmente: scegline uno che non fai di solito 🙂 . Infine, dopo aver messo in atto l’ancoraggio, effettua un’interruzione di modulo: pensa a qualcos’altro. Prova a dire ad esempio il tuo nome al contrario.
- Ora hai creato l’ancora, e puoi verificare la sua efficacia mettendo in atto lo stimolo sensoriale da te scelto. Se non percepisci l’àncora ancòra tua, ripeti, e ripeti ancora. I nostri percorsi neuronali risultano essere tanto più favoriti tanto maggiore è il numero di volte che li mettiamo in atto. Evita di mettere nel cassetto le tue ancore: usale e usale ancora!
Con questo capitolo si conclude la seconda parte del percorso su studio e passione! Nella prima abbiamo affrontato il tema delle convinzioni, e l’importanza della loro integrazione ecologica con il tuo scopo nello studio e con i tuoi obiettivi. Nella seconda parte, abbiamo invece visto alcune tecniche per gestire lo stato. Nella terza parte, passeremo al livello logico delle capacità. Analizzeremo il metodo di studio e la gestione temporale, oltre che ad alcune tecniche mnemoniche. Alcune cose le citerò e basta, in quanto è difficile mostrarle in modo completo via blog, e ti darò degli ottimi riferimenti bibliografici per studiarle ed approfondirle 🙂 . Infine, nell’articolo conclusivo di questo percorso, renderò omaggio a tutte le fonti da cui ho preso spunto e ti fornirò alcuni suggerimenti!
Stay tuned 😉 .