Il vecchio castello e i fantasmi

Il vecchio Sam era molto pensieroso. In quel giorno di Maggio, la sua mente era attraversata da molti pensieri. Frequentemente ragionava sul fatto che molti aspetti della realtà che lo circondava gli parevano strani, assurdi. Nella sua vita si era sempre interessato alle persone, e a capire il modo in cui ognuna costruisse la propria personale percezione della realtà. Eppure, non gli sembrava che il genere umano stesse complessivamente evolvendo in una direzione produttiva.

Immerso nelle sue riflessioni, decise di prendere il suo libro di racconti e di leggere una storia. Il caso avrebbe scelto la storia per lui, e ciò che il caso gli diede fu un racconto chiamato “Il vecchio castello e i fantasmi”.

Castello

In un tempo antico, permeato da miti e leggende, esisteva un castello. Difficile descrivere questo castello, perché la sua imponenza risulterebbe filtrata dal limite delle parole. Grande non è abbastanza, meraviglioso non è sufficiente: solo la tua mente può concepire un castello come quello di questa storia, dunque immaginalo.

In quel castello abitava una ricca famiglia, e intorno al castello vi era un rigoglioso e fiorente villaggio. La vita all’interno del castello era serena, come lo era la vita nelle case che lo circondarono. Tutto proseguì nella gioia e nella prosperità, fino a quando il castello fu invaso dai fantasmi.

Il villaggio non riusciva a sentire gli ululati nel castello, ma coloro che vi abitavano eccome se li sentivano; ne erano terrorizzati. Ogni notte nel castello si sentivano grandi rumori, e ognuno degli abitanti rimaneva rintanato nel proprio letto, in attesa che il frastuono finisse.

La situazione degenerò nella paura collettiva, e i padroni del castello decisero di rivolgersi agli abitanti del villaggio circostante, affinché li aiutassero a scacciare i fantasmi. Solamente tre abitanti del villaggio accettarono, e affrontarono con coraggio la loro paura.

Il primo di questi tre abitanti era un valoroso guerriero. Il suo intento era quelli di rimanere la notte nel castello, e di combattere i fantasmi con le sue armi. Alcuni racconti narrano che fosse rimasto nel castello pochi giorni, altre storie un mese. Comunque, ciascuna narrazione concorda sul fatto che il grande guerriero non incontrò alcun fantasma. Si presentò dai padroni del castello, dicendogli che non vi era alcun pericolo. Il valoroso guerriero fu mandato via dal castello, perché ciascuno degli abitanti era persuaso del fatto che i fantasmi esistessero e che fossero presenti in quel luogo.

Il secondo dei tre abitanti del villaggio era un uomo di scienza. Il suo intento era quello di esaminare il castello da cima a fondo, con lo scopo di comprendere da cosa fosse causato quel rumore che si sentiva di notte. Il lavoro fu lungo e faticoso, ma l’uomo di scienza trovò la risposta. Il lettore deve sapere che questa vicenda si svolse in pieno inverno, e in quel periodo i grandi camini del castello erano accesi tutto il giorno. Lo scienziato scoprì che uno dei camini si era fessurato, e di notte, quando non era acceso, l’aria entrava nell’intercapedine. La struttura del castello amplificava notevolmente il rumore prodotto da quell’ingresso indesiderato, in un modo tale da far credere che fossero presenti dei fantasmi.

L’abitante del villaggio spiegò con entusiasmo la causa di quei rumori, ma i padroni del castello non vollero credervi, persuasi com’erano dall’esistenza e dalla presenza dei fantasmi nel castello. Mandarono via l’uomo di scienza.

Il terzo abitante del villaggio intervenne. Le leggende non narrano che lavoro facesse, ma narrano quello che fece. Era convinto della spiegazione dello scienziato, e ben sapeva una cosa: tale risposta non sarebbe stata accolta dai padroni del castello, fino a quando non sarebbero stati pronti a sentirla. Per questo motivo passò molti giorni nel castello. Stette a contatto con le persone che vi abitavano, ascoltò le loro paure con comprensione ed empatia. Quando poteva interveniva nei dialoghi. Voleva creare nella mente degli ascoltatori la possibilità che la realtà fosse diversa da come la immaginavano, e da come la vivevano.

Gli abitanti del castello si sentivano compresi, capiti, e gradualmente iniziarono a percepire le cose in modo diverso. Il terzo abitante del villaggio stette a lungo nel castello, e quando se ne andò tutti gli abitanti erano in grado di distinguere i fantasmi dal soffio del vento.

Il vecchio Sam proseguì con i suoi pensieri. «Forse tutto quello che possiamo imparare è sviluppare maggiore empatia. Possiamo imparare a comprendere che gli altri hanno idee diverse da noi, e se ci mettiamo nei loro panni per capirli, poi saranno disposti ad ascoltare noi. Potremo crescere insieme».

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