Questa è la storia di un contadino, quindi anche la tua storia. Come un contadino si prende cura del suo terreno ed è interessato a far crescere piante rigogliose, allo stesso modo ciascun essere umano desidera coltivare al meglio il fertile terreno della sua mente, in modo tale che possa donare frutti meravigliosi a sé e al mondo.
Il contadino della nostra storia è un grandissimo amante del proprio lavoro. Si narra che abbia immensi campi e che ogni giorno faccia una lunga passeggiata in essi, godendosi a pieno l’armonia del mondo naturale.
Il contadino ben sa che l’elemento essenziale per ottenere buoni raccolti è prendersi cura dei propri terreni e amarli. Se i terreni fossero aridi, infestati dalle erbacce, o in generale non adatti alla crescita delle piante, il lavoro del contadino sarebbe vano.
Tu, lettore, allo stesso modo puoi prenderti cura del tuo terreno mentale.
Spesso, quando ognuno di noi cresce, il terreno della nostra mente viene infestato da erbacce. Alcune erbacce le facciamo crescere noi, con i nostri pensieri depotenzianti e che ci sminuiscono. Altre erbacce sono invece le etichette che altri ci hanno affibbiato, e che noi abbiamo preso per buone, come se potessero dire qualcosa su chi realmente siamo.
In altri casi il nostro terreno mentale è arido per le poche emozioni che piovono su di lui. Può capitare, nelle nostre vite, di metterci delle corazze, che ci allontanano dal mondo esterno e che ci fanno sperare di non esser più feriti. Sentiamo ancora bruciare dentro di noi le ferite passate, e non ne vogliamo altre. Quello di cui spesso non ci rendiamo conto è che una corazza non protegge solamente dalle lame, ma anche dalle carezze. Non protegge solo dai pugni, ma anche dai baci e dagli abbracci. Con tali scudi protettivi il nostro terreno mentale è isolato, e rischia di inaridirsi con il tempo.
Dunque, lettore, ama il tuo terreno mentale e fai di tutto per renderlo un terreno ricco di nutrienti. Ringrazia le tempeste, perché lo stesso cielo che un giorno ti scuote con il forte vento, il giorno dopo ti regala amorevoli e delicate piogge. Creati una chiara immagine e sensazione di come vuoi che sia il tuo terreno, e cammina ogni giorno per renderlo tale. Fai tuoi questi elementi: parole dolci, l’amore, il perdono, il credere nelle proprie risorse e la fiducia nel futuro.
Una volta che il terreno è pronto, il contadino pianta le sementi che desidera. Dopo aver piantato le sementi, il contadino sa bene che il suo lavoro non è finito. Deve prendersi cura di loro, se vuole che crescano forti e rigogliose. Le erbacce possono sempre tornare, ed è suo compito curare il fatto che le sementi abbiano sufficiente spazio per crescere.
Hai la piena libertà di scegliere che azioni vuoi coltivare, tenendo bene a mente che poi raccoglierai ciò che hai coltivato. A volte le tue nuove azioni rischiano di essere minacciate dall’ombra delle antiche ferite, che potrebbero tornare e soffocarle, proprio come le erbacce impediscono alle sementi di crescere. In quei casi, puoi avere piena cura delle tue azioni e rimanere fiducioso/a del fatto che con il tuo impegno e con la tua dedizione i tuoi desideri possano crescere e splendere nel mondo.
In questo modo, proprio come le sementi del contadino si trasformano in rigogliose piante, le tue azioni saranno dei pilastri, che ti faranno risplendere nel mondo.
È vero: possono esserci eventi esterni che minano le tue azioni e che possono destabilizzare il terreno su cui crescono le tue sementi. Forse per questo dovresti smettere di coltivare? Forse per questo non dovresti più prenderti cura delle tue azioni e donarle al mondo? Il contadino sa che non può controllare tutto, ma sa anche bene che può interpretare quello che accade in modo utile, per continuare con ardore e con fiducia nel suo lavoro.
Sii un saggio contadino, e che le tue sementi e i tuoi raccolti possano risplendere dei tuoi desideri 🙂
Un abbraccio,
Mattia