Le sei pietre del deserto

Questa è una storia che parla di magia e di persone. Parla di te, di me, di noi.

Un giorno degli amici decisero di andare nel deserto. Erano sempre stati affascinati dalla sinuosità delle dune, dal soffio del vento e dalla frescura della oasi. Con una comitiva di appassionati partirono verso il raggiungimento del loro sogno, entusiasti del viaggio che li attendeva.

Una bufera li sorprese al terzo giorno di viaggio, e li obbligò ad accamparsi. Il vento ululava incessantemente e la sabbia coprì interamente la loro tenda, tanto che la comitiva ripartì il giorno seguente senza di loro. Questi, svegliatisi dal sonno, uscirono dalla tenda, e con gran sorpresa notarono che dove prima c’era il nulla ora stava una casetta. Dato che le loro scorte di acqua erano con la comitiva, bussarono per chiedere se potessero avere da bere per il viaggio di ritorno.

Nella casetta abitava un uomo molto anziano. Li guardò tutti, e con lo sguardo gli fece cenno di ammirare il suo tavolo. Su di esso vi erano delle pietre: le più belle che ciascuno di loro avesse mai visto. L’anziano uomo iniziò a parlare: «Il deserto ha voluto farvi un regalo, oggi. Siete partiti per scoprire nuovi posti, e tornerete a casa con nuove risorse. Ognuno di voi prenderà una di queste pietre, che conferiscono doni eccezionali a coloro che le possiedono.»

Pietre-preziose

«La prima pietra conferisce a chi la possiede la capacità di raggiungere tutti gli obiettivi che si pone. La seconda pietra permette al suo possessore di acquisire una forza immensa, invidiata da coloro che lo osservano. La terza pietra conferisce ricchezza incommensurabile: il suo proprietario sarà in grado di guadagnare fortune inenarrabili. La quarta pietra dona la capacità di comprendere le altre persone, di scoprire le loro gioie e di conoscere le loro paure. La quinta dona la fama, e assicura l’apprezzamento di molti di coloro che conoscono colui che la domina. La sesta pietra assicura la capacità di avere empatia e di apprendere dai propri errori.»

Gli amici, che erano sei (come le pietre), si guardarono negli occhi con incredulità. Era difficile per loro credere a quello che stavano vivendo. Eppure era tutto così reale e vivido che lasciarono andare i loro timori, e ciascuno decise che pietra voleva portare con sé.

Colui che prese la prima pietra, quella amaranto, si scoprì in grado di raggiungere tutti i suoi obiettivi. Tutti i desideri che fin da bambino coltivava dentro di lui si realizzarono, e iniziò così a vivere la vita dei suoi sogni. Ciò che voleva, la pietra glielo portava. Passarono i mesi e gli anni, e la frustrazione del proprietario crebbe: non era il protagonista della sua vita. Era piuttosto un personaggio, che riceveva beni ma che non li guadagnava. Gettò la pietra in un lago, e questa appena ne toccò la superficie scomparve e tornò sul tavolo dell’anziano uomo del deserto.

Colui che prese la seconda pietra, quella color ambra, acquisì una forza estrema. Coloro che lo conoscevano iniziarono a rispettarlo maggiormente, ma anche ad averne timore, perché con il tempo il proprietario della pietra iniziò ad usare la forza anche dove questa non serviva. I dialoghi si fecero più spenti e i suoi rapporti ne risentirono. L’uomo si sentì solo e abbandonò la pietra in un bar, che svanì e tornò sul tavolo dell’anziano uomo.

Colei che prese la terza pietra, azzurra come il mare, vide le proprie ricchezze aumentare a dismisura. Comprò molti nuovi oggetti, e beni che prima non poteva permettersi. Nelle sue manie di acquisto dimenticò però tutte quelle cose invisibili che il denaro non può comprare, e scoprì poi che erano proprio quelle che in realtà desiderava di più. Amareggiata per la scelta della pietra, la gettò in un cestino, e questa andò ad unirsi alle prime due.

Colei che prese la quarta pietra, di color rosa chiaro, si scoprì in grado di comprendere nell’immediatezza le altre persone. Scoprì ben presto che facendo leva sui loro timori e sulle loro paure poteva ottenere cose che mai aveva sognato in precedenza. Capiva tutti, tranne che se stessa, perché non comprese quanto una vita senza valori e senza condivisione fosse vuota e vana. Gettò la pietra nel camino, sperando che bruciasse, ma vide solo un ultimo riflesso prima che questa sparisse.

Colui che prese la quinta pietra, di color verde smeraldo, vide la propria popolarità aumentare. Tutti lo cercavano, tutti lo volevano, e si allontanò da coloro che invece ragionavano in modo diverso. Tutti coloro che gli stavano vicino si dimostravano d’accordo con lui, e ben presto si sentì confuso, perché non riusciva bene a capire chi lui volesse essere. Gli mancava qualcosa: la crescita che gli avrebbe assicurato la presenza di qualcuno che la pensava diversamente da lui. Pentito delle sue scelte, cercò di rompere la pietra con il martello, ma prima che il martello la urtasse questa brillò e si riunì alle altre quattro.

La persona che prese la sesta pietra rimase inizialmente stupita dal suo aspetto. Non era di nessun colore: l’unica cosa che faceva era riflettere il colore dei suoi occhi, quando la guardava. Eppure, in quegli occhi non vedeva solo i suoi, ma percepiva anche quelli di tutte le persone che abitavano il mondo. Si sentiva grata e provava amore: questo la faceva sentire viva. Basò la sua vita sulla condivisione e sulla compassione. Cadde molte volte, ma si rialzò altrettante. Fece molti errori, ma da ognuno di essi imparò qualcosa. Nei momenti difficili, le bastò guardare il riflesso dei suoi occhi nella pietra, per sentirsi determinata a proseguire lungo il suo percorso. Sentì di vivere la sua vita. Al momento giusto, la pietra sparì e tornò sul tavolo con le altre: la persona che la possedeva non ne aveva più bisogno.

Al ritorno della sesta pietra, l’anziano uomo sorrise. Sapeva come ciascuno dei possessori aveva usato la pietra. Ognuna donava grandi qualità e grandi poteri, né giusti né sbagliati. Era il loro utilizzo che ne faceva la differenza. Il vecchio saggio sapeva bene che non c’era bisogno delle pietre per possedere queste qualità, in quanto erano già presenti in coloro che le avevano scelte. La pietra ne amplificava solamente la portata, e nel corso del tempo si era reso conto di quanto questo fosse pericoloso: i risultati non erano guadagnati da coloro che li ottenevano, e in questo modo non riuscivano ad apprezzarli o a utilizzarli propriamente. L’uomo guardò poi la sesta pietra, l’unica in cui non aveva messo poteri magici. Essa, in realtà, restituiva solo lo sguardo di chi la ammirava, e gli donava la vera consapevolezza di chi fosse e della sua unione con il tutto che lo circondava. E in questo c’è tutta la magia del mondo.

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