Il vegano furioso

Non è più l’Orlando ad essere furioso. È il vegano ad esserlo, negli scambi di informazioni che mette in atto con la sua controparte onnivora (altrettanto furiosa).

cibo

Sto generalizzando, sia ben chiaro. Ho assistito a dialoghi proficui tra vegani e onnivori, in cui ognuno si interessava sinceramente a comprendere la percezione dell’altro. La questione è che, a livello statistico, questi dialoghi proficui costituiscono una percentuale infinitesima dei confronti che vengono messi in atto sul tema dell’alimentazione, la maggior parte dei quali prevede sedie frantumate sulle reciproche schiene, insulti in lingue antiche e maledizioni che neanche Voldemort si sogna.

Le proprie abitudini alimentari spesso vengono così legate alla propria identità da spingere a non ascoltare le altrui visioni, non tanto per difendere quello in cui si crede, ma per difendere se stessi. Ogni parte è così convinta di essere nel giusto che le parole dell’altro entrano da un orecchio ed escono dall’altro (ammesso che non circumnavighino la scatola cranica, evitando qualsiasi contatto con l’apparato uditivo).

Vi sono molti diversi aspetti in gioco nella scelta alimentare: quello della salute, quello etico, quello ambientale. Ogni persona parte da presupposti diversi per effettuare le proprie considerazioni e per effettuare le proprie scelte, e inevitabilmente le scelte effettuate sono differenti. È anche vero che spesso, fatta una scelta, si chiudono le orecchie e si prosegue imperterriti sulla propria rotta. Si pensa di conoscere a sufficienza e si cercano tutte le informazioni che sono a sostegno della propria tesi. I vegani condividono informazioni a favore della scelta vegana, insultando gli onnivori ed etichettandoli come “insensibili e crudeli”. Gli onnivori condividono informazioni sull’importanza del consumo di carne e latticini, etichettando i vegani come “rompicazzo” e dicendo che la loro scelta è contro natura.

Assai raramente ho visto un vegano condividere informazioni sui vantaggi del consumare carne o pesce. Altrettanto assai raramente ho visto un onnivoro evidenziare i vantaggi che una dieta priva di prodotti di origine animale può portare. Vi è una così totale immedesimazione nel proprio ruolo e nella propria scelta da impedire a se stessi di vedere che esistono anche altre realtà. Questo è del tutto opposto a un atteggiamento scientifico, nel quale le certezze non sono mai abbastanza e in cui l’obiettivo è quello di mettere in dubbio quello in cui si crede, in modo tale da descrivere la realtà in modi nuovi e più funzionali.

Serve parlare e non ascoltare? È utile scegliere un binario e percorrerlo per tutta la vita, senza guardare il paesaggio intorno e valutare le ragioni che mettono altre persone in condizione di percorrere binari differenti?

Un abbraccio,

Mattia

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