Si è concluso ieri EXPO 2015, una grandissima esposizione sul tema dell’alimentazione. Il motto di questo evento è «Nutrire il pianeta». La mia personale decisione è stata quella di non andarci, dal momento che ho ritenuto l’organizzazione di questo evento non allineata con lo scopo che si è prefisso. Ritengo personalmente paradossale che ad una manifestazione di questa portata, che coinvolge un tema così delicato, siano stati presenti padiglioni e stand di industrie che il mondo lo stanno distruggendo, piuttosto che nutrirlo. Ovviamente, tutto questo ha una spiegazione economica alla base. È anche vero che forse i soldi non sono il metro di giudizio più efficace per valutare la misura in cui stiamo indirizzando il pianeta verso il benessere.
Non essendo andato a questo evento, sono privo di una base esperienziale soggettiva per descrive l’effettiva qualità della manifestazione. Dunque, me ne starò zitto a proposito, come è giusto che sia in conseguenza alla mia scelta. Allo stesso tempo, reputo che il nutrimento del pianeta passi per le nostre scelte soggettive quotidiane. Passa attraverso quello che scegliamo di mangiare, attraverso le emozioni che scegliamo di coltivare nelle nostre menti e attraverso le azioni che concretamente mettiamo in atto per promuovere il benessere comune. Tutti noi, insieme, costruiamo il benessere dell’ambiente nel quale viviamo, e attribuire le cause dell’andamento del pianeta a forze a noi esterne risulta fuorviante e improduttivo. Siamo noi i fautori della realtà che ci circonda.
Nutrire il pianeta, da questa prospettiva, è il frutto di un atteggiamento personale, indirizzato verso il ritorno ad una semplicità dalla quale l’industria e l’economia ci stanno spesso allontanando. Si può mangiare bene e con gusto senza attingere a cibi raffinati, e scegliendo piuttosto cibi integrali, vicini al loro stato naturale. Non servono attrazioni mirabolanti e gesti straordinari per portare la felicità nella vita di tutti i giorni: ancora una volta, è il ritorno alla semplicità e una maggiore consapevolezza che ci avvicinano alla gioia. Allo stesso modo, possiamo portare empatia e condivisione nella nostra vita di tutti i giorni, e il potere di queste scelte crea cambiamenti che vanno oltre quelli che eventi temporalmente circoscritti possono creare.
Tutto parte da ciascuno di noi: dalla consapevolezza che abbiamo dell’attuale situazione ambientale e dalla nostra conoscenza di come l’attuale sistema alimentare non sia sostenibile a lungo termine. In concreto, tutto parte dalle scelte che operiamo per tornare su una strada che ci faccia sentire tutti più vicini, e che ci renda partecipi nel cullare questo mondo in una maggiore armonia. Scrivendo tutti, intendo tutti: non solo gli amici o le persone che conosciamo, ma tutti gli abitanti del pianeta, che in egual modo hanno il diritto di vivere la loro vita in modo dignitoso e pieno di gioia. È ingiusto che molti mangino cibi che a livello nutritivo sono schifezze, mentre molti altri siano privi di cibo.
Possiamo cambiare questo agendo concretamente per farlo. Possiamo cambiare questo andando oltre i poteri del soldo e delle abitudini, e ritornando a fare appello a quei valori e a quelle qualità che dalle azioni di ciascuno generano il benessere di molti. Possiamo cambiare.
Un abbraccio,
Mattia