Questa settimana ho letto un bellissimo articolo, presente nell’edizione di Febbraio del mensile «Le Scienze». Tale articolo si chiama «L’era della disinformazione», e riflette (con dati statistici alla mano) sul modo in cui i social network alimentano la diffusione di informazioni non provate scientificamente, ma che sono ritenuti a priori vere da coloro che le sostengono.
In questo processo opera il bias di conferma, ossia la tendenza del cervello umano a ritenere vero ciò che risulta allineato col proprio modo di percepire il mondo. In altri termini, se una persona X ha una data idea, è assai probabile che X stesso continui a cercare conferma dei propri pensieri, prendendo in esame solo le informazioni allineate al suo attuale modo di pensare e trascurando le altre.
I vegani tendono statisticamente a nutrire le proprie idee confrontandosi con chi la pensa allo stesso modo. Gli onnivori, idem. Coloro che sono contrari ai vaccini credono a priori a qualsiasi informazione sia contraria ai vaccini stessi, seppur non sia provata scientificamente. Chi pensa che gli umani siano malvagi per natura esalterà nella propria mente gli episodi che confermano questa sua idea, trascurando tutte le dimostrazioni di bontà.
In questo processo l’apertura mentale verso nuove prospettive e verso nuove idee tende a diminuire, e si tende a cristallizzarsi nelle proprie convinzioni. Le proprie convinzioni, in questo modo, diventano così forti che si tende a confonderle con «la realtà» stessa, dimenticando la profonda distinzione che intercorre tra loro. In altri termini, la distinzione tra modello e realtà viene meno, e si percepisce il proprio modello come la realtà stessa.
Nell’ambito della scienza possiamo distinguere quattro diverse tipologie di affermazioni, in merito alla descrizione dei fenomeni.
- Si. Le sperimentazioni effettuate permettono di affermare che un determinato modello descrive coerentemente quanto osservato. Ciò non vuol dire che il modello è giusto. Quando ciascuno di noi lascia cadere un oggetto, questo cade per terra. Il concetto di forza di gravità permette di descrivere questo fenomeno. Questo non vuol dire che il mondo “sappia” cos’è la forza di gravità. La gravità è semplicemente un concetto da noi introdotto per descrivere il fenomeno. Fino ad ora ha funzionato bene. Se non dovesse più funzionare, risulterebbe opportuno effettuare nuove scelte operative.
- No. Il modello introdotto non permette di effettuare un’opportuna descrizione del fenomeno osservato. Le ipotesi teoriche introdotte non permettono di effettuare un’efficace descrizione quantitativa di quanto è stato registrato sperimentalmente. In questo caso vale la pena introdurre delle nuove ipotesi o un nuovo modo di descrivere il fenomeno.
- Forse. Non vi sono ancora delle evidenze sperimentali che permettano di confermare o meno una determinata ipotesi. Quanto detto potrebbe essere sia vero che falso, e per comprenderlo è necessario portare a compimento delle determinate sperimentazioni.
- Impossibile attualmente da dire. Potrei tranquillamente affermare che su una stella distante milioni di anni luce da noi sia presente una razza aliena che cammina sulle proprie mani e che assomiglia vagamente ai Puffi. Al momento non risulta possibile effettuare una sperimentazione per verificare la mia ipotesi, e quindi non posso effettuare alcuna considerazione di veridicità o di falsità su quanto ho detto. È semplicemente una mia idea, ed è importante riconoscerla come modello del mondo, e non come verità.
Questo schema, sui social network, è frequentemente non seguito. Molte informazioni, che ricadono nella classificazione “impossibile attualmente da dire” o “forse”, o che addirittura sono state ampiamente confutate dal mondo scientifico, vengono messe in luce come se appartenessero alla categoria “si”.
Mi riferisco, ad esempio, alle innumerevoli ipotizzate correlazioni tra meccanica quantistica e psicologia. Mi riferisco alla legge dell’attrazione. Mi riferisco alle molteplici diete che ogni anno emergono, e che non hanno la ben che minima base scientifica.
Se si vuole dire la propria idea su determinati ambiti si è ben liberi di farlo, a condizione che si specifichi che è la propria idea e non una verità assoluta. Tizio è ben libero di effettuare profonde disquisizioni sul potere quantico del cervello, a patto che specifichi che sono sue convinzioni e non realtà assolute, e che non possono (almeno attualmente) essere provate come modelli pertinenti al funzionamento della realtà.
Parlare delle proprie idee come verità assolute è fuorviante. Riduce il potere del confronto e indirizza verso la cristallizzazione nel bozzolo delle proprie convinzioni. È dalle “verità” che nasce lo scontro, ed è dall’attaccamento alle proprie “verità” che nasce il contrasto. Nelle ipotesi, invece, c’è solo il beneficio della condivisione.
Quest’articolo, ovviamente, rappresenta le mie idee. Prendi per te quelle che possono esserti utili e quelle che ti aiutano a vivere in modo pieno la tua vita. In questo articolo, e in questo blog, di verità non ce ne sono. Solo ipotesi.
Un abbraccio,
Mattia