Il fuoco scoppiettava ardentemente. Intorno ad esso sedevano cinque amici, allietati dal calore e dalla magia delle fiamme. Era una di quelle serate in cui gioia e stanchezza si univano in conversazioni dolci e titubanti, a volte accese come le fiamme stesse e a tratti sottili come il soffio del vento.
In un momento di silenzio uno degli amici disse: «Secondo voi, qual è il senso della vita?». Gli altri quattro rimasero un po’ spiazzati, non aspettandosi quella domanda. Risero insieme, mentre ognuno pensava alla risposta da dare.
Colui che pose la domanda disse: «Secondo me la vita non ha senso. È un susseguirsi di eventi casuali, fuori dal nostro controllo e nei quali ci troviamo immersi, come un fragile battello in mezzo alle onde. Il nostro compito è galleggiare come meglio possiamo».
Una seconda amica intervenne: «È vero, molti eventi sono casuali e non fanno parte della nostra sfera di azione. È anche vero che possiamo scegliere il nostro comportamento, e dunque possiamo ritagliarci un sentiero nel mezzo del bosco della quotidianità.»
Questa riflessione fece da spunto alla terza amica, che disse: «Giusto! E aggiungo: possiamo anche decidere come interpretare quello che ci accade, e dunque gli eventi casuali non hanno un significato intrinseco e univoco. Siamo noi i padroni del significato che decidiamo di attribuirgli».
Il quarto amico intervenne: «Sono d’accordo. Possiamo essere protagonisti dei nostri comportamenti e possiamo anche valutare come interpretare al meglio quello che accade. Tutto questo in funzione di quello che vogliamo dare al mondo e dello scopo che sentiamo nostro».
I quattro amici che avevano parlato si girarono insieme verso la quinta amica, attendendo una sua versione. Lei, mentre ascoltava attentamente le parole dei suoi amici, si godeva il calore delle fiamme e la bella sensazione dell’aria che entrava e usciva dai suoi polmoni. Le stelle fuori brillavano, le montagne si ergevano sicure e il mare cullava dolcemente la vita marina.
La quinta amica prese la sua borsa ed estrasse cinque cioccolatini: quattro li diede ai suoi amici e uno lo mangiò lei. Senza bisogno di parole, tutti e quattro gli amici capirono.
Capirono che la vita non ha un senso intrinseco: ha il significato che ognuno decide di attribuirle. Capirono che i gesti, a volte, parlano molto più delle parole, e compresero come un sorriso, l’ascolto e la condivisione donassero calore alla vita, proprio come le fiamme stavano facendo per loro. Rilassandosi e respirando profondamente, si unirono alla quinta amica nella contemplazione delle meraviglie che esistono.
Forse, in quel momento, tutti compresero il senso della vita. O, per lo meno, decisero quale senso dare alla propria.