Tanti parlano della felicità. Otto lettere, otto distinte espressioni fonetiche che cercano di descrivere un processo che ha tante sfaccettature quanti sono gli esseri umani che lo coltivano.
Oggi ti darò delle strategie per non essere felice, utilizzando il pensiero. Semplici suggerimenti perché tu possa vivere la tua vita in modo estremamente frustato, ricco di insoddisfazione, rimpianti e risentimenti.
Certo, se facessi l’opposto la qualità della tua vita inizierebbe gradualmente a migliorare. Impareresti come utilizzare il pensiero e le parole per trarre il meglio da quello che ogni giorno ti offre. Impareresti a sentirti più rilassato e sereno. Ebbene, lo scopo dell’articolo non è questo.
Iniziamo quindi con le strategie:
- Pensa a tutte le brutte cose accadute durante la giornata. Esatto: sfrutta l’immenso potere del tuo focus per esaminare gli eventi spiacevoli avvenuti nelle ultime ore. Soffermati su ciascun evento spiacevole, e fai in modo di identificarti in esso, come se la colpa fosse tua. Mi raccomando: se inizi a pensare agli eventi piacevoli inizi a sentirti meglio, quindi non farlo. È importante che inizi a focalizzarti sugli eventi (s)piacevoli.
- Sviluppa aspettative con criteri irrealizzabili. Quando ti alzi al mattino, di’ a te stesso/a: «Questa giornata andrà bene se succederà X, Y, Z…», ed elenca una serie di avvenimenti improbabili e altamente irrealizzabili. Decidi, ad esempio, di sentirti felice solo se tutti ti sorridono e si comportano in modo allineato alle tue aspettative. In questo modo basterà che una persona non ti sorrida affinché tu ti senta infelice. Ancora una volta: se fai il contrario, ossia ti impegni a cogliere il meglio da tutto quello che capita, vedendolo come un dono, inizi a sentirti meglio e grato/a per quello che la vita ti offre. Non farlo.
- Esprimi giudizi sui comportamenti delle altre persone. Ogni volta che vedi qualcuno comportarsi in un determinato modo che non ti va a genio, pensa: «Secondo me l’ha fatto perché…», ed elenca una serie di ragioni che a tuo parere sono plausibili. Insomma, giudica il suo comportamento, descrivendolo dai tuoi panni. Certo, se inizi a pensare all’unicità di ciascun individuo e al fatto che ognuno, in un determinato contesto, mette in atto le strategie comportamentali migliori a lui disponibili in quell’istante, inizi a sentire dentro di te una maggiore empatia e compassione. Visto che empatia e compassione ti aiutano ad essere felice, per favore non farlo e continua a giudicare.
Inizia a praticare queste indicazioni perché la tua vita inizi a diventare sempre più povera e miserabile. Se metti in pratica l’opposto ti senti meglio e più soddisfatto/a, quindi non farlo.
A presto!
Mattia