Un mondo in crisi?

Donald Trump decide di uscire dall’Accordo di Parigi. Aveva espresso fin dalla campagna elettorale le sue idee sul cambiamento climatico: chi l’ha votato ne era consapevole.

Attacco terroristico a Londra.

Guerre, conflitti, disordini su ampia scala.

A volte, informandosi su quello che sta succedendo nel mondo, il sorriso non è la prima reazione. Lo sono piuttosto il dubbio, l’incertezza, che generano molte domande e poche risposte.

Negli ultimi due secoli  la tecnologia si è resa protagonista di una crescita inimmaginable. Nuovi sistemi di comunicazioni, nuove potenzialità produttive industriali che hanno creato beni e servizi di ampio raggio.

Possiamo messaggiare con tutto il mondo, ma spesso il rapporto piú superficiale è quello con la persona con cui siamo maggiormente in contatto: noi stessi. Annaffiamo l’Ego, vedendolo come separato dal tutto, e viviamo così come un ammasso di stelle non consapevole di formare una costellazione.

Lo sviluppo della tecnologia, senza cuore, è rischioso. Il palazzo piú bello del mondo, costruito su un terreno instabile, puó crollare. Anzi, piú è imponente, piú rischia di fare danni nel crollo. Lo stesso accade con l’enorme palazzo che simboleggia il nostro know-how tecnologico: se non è costruito su una base di amore e di compassione, rischia alla lunga di addurre piú danni che benefici.

La conoscenza della produzione di acciai puó creare tralicci che sostengono ma anche lame che tagliano. Dietro la costruzione di una pistola c’è una bagaglio scientifico immenso, ma cosa ne è di questo bagaglio scientifico se la pistola serve ad uccidere qualcuno che ha un’idea diversa?

Forse è tempo di mettere in primo piano quello che davvero conta. È tempo di insegnare a scuola l’amore, prima della matematica e della scienza. È tempo di costruire un nuovo clima di dialogo globale, invece che nuove armi per distanziare e per temerci reciprocamente.

È tempo di sperare e costruire una nuova realtà, partendo dal piccolo delle azioni di ciascuno di noi. È tempo di sostituire il giudizio con il dono della prospettiva. È tempo di imparare l’accettazione reciproca.

È tempo di cambiare.

Un abbraccio,

Mattia

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