L’ultimo verso della monumentale Divina Commedia è un inno all’amore. Un amore visto come forza universale, in grado di far muovere pianeti e di animare universi, capace di far sorgere imperi e di cullare sospiri.
Sto rileggendo per l’ottava volta il libro «Vivere, Amare, Capirsi» di Leo Buscaglia. Penso proprio che amore, in questo libro, sia la parola che compaia più di frequente; una risposta a molti quesiti che la vita pone. Una forza che possiamo testimoniare con le nostre azioni quotidiane, le quali con la loro semplicità e profondità hanno un impatto che va al di là della nostra comprensione.
Qualsiasi sia il vento che anima la nostra vita, le vele dell’amore sono sempre pronte per portarci in un porto sicuro. Una casa fatta di comprensione, di auto-accettazione e di compassione. Una dimora che guardi al futuro con speranza e con il concreto miraggio del nuovo. Una tana che ogni giorno si rinnovi del suo splendore e che prenda la forma dei sorrisi che doniamo e riceviamo.
Possiamo abbracciare l’amore. Che sia baciato dal sole o accarezzato dalla pioggia, il faro ogni giorno dona la sua luce al mondo. Lo fa specialmente nei momenti di tempesta, in cui il suo splendore è più che mai necessario. Tutti noi, nelle nostre vite, possiamo essere dei fari e donare l’amore come la nostra luce più essenziale.
Ama. Che tu senta o no di vivere l’amore, ama e l’amore che doni riempirà anche te. Ama per il gusto di amare. Ama.
A presto,
Mattia