Lo sguardo cieco

«Quando è stata l’ultima volta che hai visto qualcosa?».

Il discepolo rimase sorpreso di fronte a tale domanda. Ogni mattino apriva gli occhi e la luce del Sole, nella sua danza di colori, lo inondava.

«Al momento stesso, maestro, sto vedendo te e quanto ci circonda.»

Il maestro rimase fermo, guardando oltre la finestra. Rispose dunque con fare pacato:

«Non mi sto riferendo a quanto pensi di vedere, ma a quello che vedi senza porre filtri mentali o conoscitivi di alcun genere.»

Il discepolo iniziò a riflettere. Sì, negli anni si era costruito una precisa idea del mondo. Un’idea che forse lo portava lontano dal mondo stesso e che in quel preciso istante non gli permetteva di percepire la realtà per quello che era; lo metteva piuttosto in condizione di percepire la realtà per quello che lui pensava che fosse.

«Maestro, come posso fare esperienza del mondo ogni giorno in modo nuovo, senza il filtro della mia conoscenza?».

Il maestro respirò profondamente.

«Segui l’ordine naturale delle cose. Scegli con cura le parole che usi: il giusto numero di parole, con la giusta intenzione. Sorprenditi quotidianamente delle magie che ti circondano. Ama e spera.»

Il discepolo respirò a sua volta e posò il suo sguardo sulla collina oltre la finestra. Per la prima volta dopo tanto tempo, iniziò a vedere ancora al di là della cecità della sua conoscenza.

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