«Gianni, abbiamo visto molti concetti. Nei primi dieci giorni abbiamo parlato di gioia, avere, essere, focus sul risultato, alienazione, focus sul processo. Negli scorsi dieci giorni, abbiamo visto le potenti forze della consapevolezza, dell’intenzione positiva, dell’ascolto verso se stessi; abbiamo poi esaminato paura, tristezza, giudizio verso gli altri, giudizio verso noi stessi.»
«Umberto, ne abbiamo già fatta di strada!»
«Il cammino è lungo, caro mio: quel che conta è godersi i passi che lo compongono. Oggi vedremo come tutti questi concetti tendono a plasmare la società attuale. Ci chiederemo dunque quali siano i confini del modo in cui viviamo oggi.»
«Sì, sono curioso di sentire qualcosa sui limiti odierni.»
«Sai, preferisco chiamarli confini. Limiti è una parola spesso usata impropriamente: dà la sensazione che qualcosa sia finito e che non possa evolvere ulteriormente. I confini, invece, possono essere superati: ritengo che questo termine sia un più grande incentivo all’esplorazione.»
«Va bene, va bene. Dunque, sono curioso di sentire qualcosa sui confini odierni.»
I due amici, mentre parlano, gustano il loro caffè.
«Gianni, si potrebbe parlare per ore di questo tema. Facciamo così: introduco tre elementi chiave che poi analizzeremo più nel dettaglio i prossimi giorni.»
«Mi sembra un buon approccio.»
«Bene, iniziamo dal primo punto: la disinformazione emotiva. Abbiamo visto che la gioia nasce da un’apertura verso il nostro mondo emotivo e da una vicinanza a noi stessi, che si trasformano poi in vicinanza verso gli altri, amore e compassione. Ebbene, i messaggi che riceviamo spesso contrastano: la nostra attenzione è ambita da post, selfie, pubblicità, chi più ne ha più ne metta! Insomma, sembra che il focus sia fuori, piuttosto che dentro. In questo modo, l’essere umano è confuso sulla via da seguire per introdurre maggiore gioia nella vita di tutti i giorni.»
«Sì, concordo: avevamo già iniziato a parlare di questo tema, e non vedo l’ora di immergermi in esso più in profondità.»
Gianni sorride all’amico, che poi procede a parlare.
«Il secondo punto è capitalismo e consumismo. Gli abitanti del pianeta Terra sono sempre di più, e le risorse del pianeta sono finite. Il mondo ce lo sta urlando. Penso che il modello capitalista, e la sottostante tendenza al consumo, abbiano fatto il loro corso. È bene ringraziarli: ci hanno fatto fare un viaggio che ha migliorato notevolmente le condizioni di vita di molte persone, in termini di bisogni primari. Allo stesso tempo, nel mondo esistono ancora molte inegualità: abbiamo bisogno di un nuovo modello più allineato alle esigenze di oggi. Sai, l’età della pietra non è finita perché mancavano pietre: semplicemente, l’uomo ha trovato alternative migliori. Penso che, anche oggi, possiamo trovare modelli più efficaci.»
L’amico barista annuisce, invitando il vecchio docente a proseguire.
«Il terzo punto è l’indebolimento dello spirito. Per secoli i movimenti religiosi hanno guidato il cuore dell’uomo, e gli hanno dato la forza per attraversare molteplici difficoltà. Oggi, sembra che l’uomo sia più interessato all’appagamento sensoriale. In una società in cui siamo invitati a consumare sempre di più, la voce dei nostri sensi rischia di tacere i dolci sussurri del nostro spirito. È bene che esaminiamo le forze motrici che ci motivano oggi, e come possono evolvere verso altre mete.»
Gianni si allunga sulla sedia ed esclama: «Uao, si preannunciano tre puntate calde, piene di colpi di scena!».
L’anziano docente ride, e guarda fuori dalla finestra: il Sole splende e riscalda vie e cuori.