Buio e Luce – Vivere nel presente

«Umberto, ieri abbiamo parlato della meditazione mindfulness: se ho ben capito, si tratta dell’atto di riportare l’attenzione sugli elementi attualmente disponibili alla nostra consapevolezza, con un atteggiamento di non giudizio.»

«Esatto, Gianni.»

«Come possiamo coltivare questa qualità nella vita di tutti i giorni?»

«Innanzitutto, posso consigliare la lettura di ottimi libri di Jon Kabat Zinn. Jon è uno scienziato americano che ha dedicato la propria vita nell’implementare la pratica meditativa in programmi di riduzione per lo stress. In questo modo è nato il MBSR, Mindfulness-Based Stress Reduction: è un programma ora adottato in tutto il mondo e dalla comprovata validità terapeutica.»

«Quali libri consigli?»

«Suggerirei di iniziare con i suoi due principali capolavori: “Vivere momento per momento” e “Dovunque tu vada, ci sei già”. Inoltre, penso che sia bene esercitarci a dedicare, tutti i giorni, dei momenti alla pratica meditativa o allo yoga.»

«Umberto, io non so niente di questi argomenti e non saprei come iniziare. Cosa mi consigli di fare?»

«Esistono oggi delle ottime applicazioni che guidano nel percorso di sviluppo della mindfulness. Un’ottima App, ad esempio, è Headspace. Tieni conto che al momento, purtroppo, non è ancora tradotta in italiano.»

«Quindi Umberto, se ho ben capito, si tratterebbe di dedicare dei momenti ogni giorno in cui rafforziamo l’utilizzo della nostra consapevolezza, in modo non-giudicante?»

«Sì, esattamente. Ieri abbiamo visto come la consapevolezza sia un muscolo che può essere allenato. Non c’è nulla che dobbiamo fare, se non rimanere disponibili ad accogliere quello che il mondo esteriore e il mondo interiore ci comunicano. Molte volte la nostra mente è persa in pensieri: rimugina sul passato e teme il futuro. Quante volte, nel lavarci i denti o nel fare le piccole attività di ogni giorno, non ci sentiamo immersi in quello che facciamo ma pensiamo piuttosto ad altro? È una tendenza naturale: anche nelle persone che meditano da anni questo accade. È dunque una questione di esercizio costante, in cui ci mostriamo aperti al mondo e curiosi di imparare quello che può insegnarci.»

«Quali sono, dunque, delle piccole cose che posso fare ogni giorno per esercitarmi alla consapevolezza?»

«Semplice, Gianni: ogni tanto fermati e segui il tuo respiro. Sai, i nostri pensieri sono spesso come la chioma di un albero: dai colori variopinti, pieni di possibilità, e allo stesso tempo molto suscettibili all’azione del vento. Nei momenti di vento o tempesta, la chioma di un albero oscilla vigorosamente: è il tronco che permette di tenerla salda al terreno. Ecco, il respiro è il nostro tronco, è il nostro punto di ritorno quando la mente vaga. Ogni tanto è bene che ci fermiamo e portiamo la nostra consapevolezza semplicemente sul nostro respiro.»

Gianni pensa. Pensa a tutti quei momenti in cui la forza dei suoi pensieri lo trascina via dalla solida base del momento presente. Ora sa che, con il respiro, può ricollegarsi a quello che c’è, invece che farsi guidare dal vento di quanto è stato o quanto potrebbe essere.

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