Buio e Luce – Meditazione mindfulness

«Umberto, vorrei partire dal primo caposaldo per la costruzione di una nuova società: consapevolezza di mente e cuore, come percorso alternativo all’attuale disinformazione emotiva. Puoi per favore parlarmi del tragitto che possiamo compiere?»

«Caro Gianni, penso che ci sia una via molto efficace: quella della meditazione mindfulness.»

«Ammetto che ho sentito questo termine più volte, sembra che ultimamente vada piuttosto di moda. Di cosa si tratta?»

«Per definizione, la mindfulness è l’atto di portare la propria attenzione sul momento presente, accogliendo tutto quello che porta in modo non-giudicante. Si tratta dunque di un’apertura verso il mondo interno ed esterno, che abbraccia i vari elementi che la realtà ci dona e ci rende consapevoli delle nostre reazioni nei loro confronti.»

«Quindi, basta rimanere focalizzati e notare quello che accade: sembra semplice!»

«Appunto, sembra. Pensiamo di essere padroni di noi stessi e del nostro mondo interiore: la mindfulness ci insegna a lasciar andare l’aspettativa del controllo e a comportarci come semplici osservatori curiosi. Molte volte, la nostra consapevolezza fa emergere nella nostra mente preoccupazioni, ansie, sensazioni, emozioni. La tentazione, se si tratta di elementi spiacevoli, è di allontanarci da essi: ecco che ci immergiamo in distrazioni o comportamenti abitudinari, per non affrontarli. Se, d’altro canto, si tratta di elementi piacevoli, eccoci a rincorrerli e a costruire castelli mentali. In questo modo, il contenuto delle nostre attività mentali ed emotive ha una diretta influenza sul nostro stato d’animo e sulle nostre risposte.»

«Cosa insegna, invece, la mindfulness?»

«Con la mindfulness, accogliamo le varie sfaccettature delle nostre attività emotive e di pensiero. La abbracciamo con curiosità, mettendoci in gioco per rivalutare le nostre idee e convinzioni sul mondo, e le lasciamo andare. Se, per esempio, stiamo facendo una meditazione focalizzata sul respiro, portiamo la nostra consapevolezza sul movimento ritmico del nostro diaframma; allo stesso tempo, se altri elementi entrano nella nostra consapevolezza, gli diamo il benvenuto e li lasciamo andare.»

«Cosa intendi con lasciar andare?»

«Gianni, il nostro pensiero e le nostre emozioni non sono la realtà: sono piuttosto la reazione alla nostra personale percezione della realtà, costruita a partire dalle nostre esperienze passate ed elaborazioni di esse. Ecco che il lasciar andare si configura come un atto di umiltà e di ammissione di ignoranza. Non conosciamo esattamente cosa il mondo sia: per scoprirlo in modo sempre più accurato, ecco che si palesa la necessità di lasciar scorrere quello che pensiamo che sia. È in questo modo che ci diamo la libertà di scoprire cosa potrebbe essere: lasciamoci stupire!»

«Sembra interessante Umberto, ma molto astratto…»

«Gianni, la meditazione ha una connotazione molto pratica: ci mettiamo d’impegno, ogni giorno, per esercitarla. Se vedi un body-builder, sai che per ottenere un certo grado d’allenamento dei propri muscoli ha dovuto passare molte ore in palestra. Lo stesso avviene con il muscolo della nostra consapevolezza: si rafforza esercitandolo. Domani parliamo dei passi che possiamo fare per implementare la mindfulness nella vita di tutti i giorni.»

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