Umberto si presenta nel bar in tuta.
«Docente dei miei stivali, cos’è questo look di oggi? Sei pronto per correre la maratona della città?»
«No, Gianni. Mi sono vestito così per essere allineato al tema di oggi: quello dell’attività fisica!»
Gianni guarda alla sua forma fisica, piuttosto tondeggiante. «Devo ammettere che l’attività fisica non è il mio forte…»
Umberto guarda l’amico con dolcezza, e risponde: «Gianni, va bene così. Ognuno di noi ha i propri ritmi e ha sviluppato la proprie abitudini. C’è chi fa attività fisica tutti i giorni, chi ha dolori e ne fa meno, chi ha sviluppato l’abitudine di non farla. C’è un buona notizia: qualsiasi abitudine abbiamo sviluppato fino ad oggi, siamo sempre in tempo per orientare le nostre azioni verso altre direzioni.»
«Sai, se vedo in televisione o su Instagram tutti quei fisici atletici, non mi sento all’altezza. Mi sembra di non poter mai raggiungere quei risultati, e desisto.»
«Ricordi i temi di cui avevamo parlato nei primi giorni? La nostra vita, più che una corsa per raggiungere mete, può essere vista come un meraviglioso percorso in cui gradualmente scopriamo qualcosa in più su noi stessi. Gianni, l’attività fisica non è per avere un fisico da copertina di giornale. Non è neanche per compararsi agli altri. È semplicemente un percorso per avere un’armonia sempre maggiore con il proprio corpo.»
«Sì, ma non mi sento appassionato all’attività fisica. Se ci penso, mi passa subito la voglia!»
«Pensa ad un pizzaiolo. Pensa a quanti impasti sbagliati, quante lievitazioni inaccurate, quante frustrazioni ha accumulato prima di sentire una sintonia sempre maggiore con la sua creazione. Gianni, io contrasto l’idea che bisogni avere passione per agire: penso che la passione nasca e cresca man mano che agiamo e scopriamo noi stessi. Possiamo iniziare da piccole cose: una passeggiata in più, poi una bella corsetta, poi un po’ di esercizi a corpo libero. Ognuno ha il proprio percorso e le proprie potenziali passioni, per questo non mi sento di dare suggerimenti in questa direzione; ognuno è bene che scopra se stesso.»
«Quindi, secondo te, si tratta solo di uscire dall’abitudine che ho costruito fino ad adesso e costruirne, gradualmente, una nuova?»
«Esatto! In alcuni momenti, probabilmente, ti sentirai non a tuo agio nelle nuove attività che fai. È un buon segno! Vuol dire che stai facendo qualcosa di nuovo che il tuo corpo non conosce. Ascolta i segnali che vengono da te, e comprendi la loro intenzione positiva: alcuni tra questi probabilmente ti avvisano che l’attività che stai facendo non è nota, e vogliono farti risparmiare energie. Allo stesso tempo, è nostro compito agire coerentemente per allargare con costanza la sfera di ciò che ci è noto; altrimenti, rimaniamo imprigionati nelle abitudini già sviluppate.»
«Va bene, Umberto, mi hai convinto. Oggi farò qualche volta su e giù dalle scale, in modo da abituarmi un po’ più a muovermi! Ascolta, ho una domanda.»
«Dimmi.»
«Abbiamo parlato di meditazione, alimentazione, attività fisica: cos’altro manca nelle valutazioni sul nostro percorso individuale?»
«Penso che abbiamo costruito un quadro piuttosto completo, Gianni. Domani facciamo un riassunto di quanto visto, e inizieremo ad immergerci nei concetti di collaborazione e soddisfazione.»
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