Buio e Luce – Siamo tutti interconnessi

«Gianni, ieri mi hai giustamente chiesto come possiamo fare a coltivare un atteggiamento più collaborativo.»

«Sì, ricordo.»

«Sai, viviamo tutti nel contesto delle nostre attività quotidiane. Sentiamo news sul mondo, ma non le sperimentiamo di prima persona. La nostra esistenza si avvale dell’utilizzo di una tale vastità di prodotti, la maggior parte dei quali non abbiamo la minima idea di come funzionino. Quello che sappiamo è molto piccolo rispetto a quanto è in realtà. Ti faccio un esempio.»

«Sono tutt’orecchi.»

«Mi sveglio al mattino, e posso sentire il mio corpo adagiato su un comodo materasso che degli esperti lavoratori hanno prodotto. Lo stesso vale per il cuscino e le coperte. Mi alzo e mi lavo la faccia con dell’acqua fresca, che scorre grazie ad un sistema di tubature che centinaia o migliaia di persona hanno contribuito a costruire. Faccio colazione con del cibo che agricoltori e allevatori hanno prodotto con la loro attività, e guardo le news sul computer. Pensa a questo potente strumento che ci permette di connetterci con tutto il mondo, e al cui funzionamento migliaia di menti geniali hanno collaborato. Insomma, non sono ancora le 08:00 del mattino ed è bene che sia grato a milioni di persone per il loro contributo. Gianni, siamo tutti interconnessi.»

«Sì è vero, le nostre attività si intrecciano in un network dall’enorme complessità.»

«Se non ci soffermiamo a riflettere su questo aspetto, tendiamo a darlo per scontato. Senza un allenamento espansivo basato sulla ragione e sulla comprensione della realtà delle cose, la nostra mente tende a chiudersi nell’esperienza del piccolo di cui facciamo diretta esperienza. Dunque Gianni, per sviluppare un atteggiamento collaborativo, penso che sia importante allenarci costantemente a percepire quanto siamo interconnessi e quanto le nostre vite dipendano gli uni dagli altri.»

«Cosa posso fare concretamente, in questo allenamento?»

«Vai in giro per la tua casa e prendi un oggetto a caso. Soffermati a percepirlo con i tuoi sensi, e informati su come tale oggetto viene prodotto. Puoi effettuare una ricerca in Internet, oppure puoi lasciare che la tua mente scorra e immagini tutte quelle persone che sono coinvolte nella sua creazione. Pensa a tutti gli individui che fanno della produzione di tale oggetto la propria attività lavorativa, e immagina le loro vite; come si sentono, che passioni hanno. Sai, credo che in questo modo possiamo sentirci vicini; l’interconnessione è il seme da cui possono crescere i frutti di un atteggiamento più improntato all’unione e alla collaborazione.»

«Quindi, pensi che questo esercizio possa aiutarci ad espandere la nostra percezione e ad abbracciare una realtà più ampia?»

«Sì, Gianni. I muscoli, senza allenamento, tendono a contrarsi e a perdere la loro forza. Se non nutriamo la nostra mente con prospettiva e consapevolezza, anch’ella tende a chiudersi sul noto e sui moti derivanti dall’ego. Possiamo usare la nostra razionalità per essere più compassionevoli e per sentirci più vicini.»

Il Governo ha annunciato un’apertura graduale delle attività. Riusciremo, in questa crisi globale, ad accogliere nuovi modelli di azione che abbracciano tutti e che, nell’unione, mettano in risalto la nostra umanità?

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