La nebbia cancellava ogni intenzione di vedere, in quel fosco mattino di Marzo. Le luci arancioni di vecchie lampade, che sarebbero state presto rimpiazzate da efficienti modelli a LED, creavano uno scenario mistico; l’immaginazione aveva l’arduo compito di costruir quel che l’occhio non coglieva.
Fermata del bus 37, come ogni mattina. Cappuccio, brioches, una sbirciata alle novità del giornale, una pisciata fugace e via in ditta; questa la prospettiva, seguita da otto ore ad assemblare componenti, che nulla dicevano al protagonista della nostra storia. Gesti meccanici che mal si adattano alla vita, che scalpita per il nuovo e che altro non vuole, se non veder l’essenziale e saper accudirlo.
Un viso stanco affondato in un collo tarchiato, a sua volta circondato da una sciarpa primaverile, tirata su per coprir i vistosi sbadigli. Erano le 06:30. Moglie e figli dormivano ancora: si sarebbero svegliati nel giro di 15 minuti per iniziare la loro routine. Una routine diversa nei contenuti, ma uguale nella forma e nella sostanza. Eppur, il pensiero dei propri cari riesce a strappare un sorriso al nostro eroe, i cui muscoli lavorano acciaio e il cui cuore batte metodico sotto la polvere del vissuto.
Appare il bus da lontano, puntualmente in ritardo. I fari gridano nella nebbia, cercando di svelarne i misteri, ma si disperdono presto e finiscono a rincorrere l’oscurità. Un cigolio di freni, il meccanismo della porta che si apre: suoni noti spezzati da un fatto inedito. Dal bus scende una donna, che l’operaio mai aveva visto prima. Nonostante la nebbia, gli occhi semichiusi dell’uomo notano un piccolo fagottino sul petto della donna, che con matematica certezza conteneva un infante da poco venuto al mondo.
L’uomo sale sul bus, si siede al solito posto e guarda fuori dal finestrino: un dolce viso, dilaniato dal pianto, emerge dal fagottino, richiamando il latte materno. La madre, con estrema naturalezza, dona al figlio il suo nutrimento. Nella crudele incertezza della foschia, un improvviso lampo di bellezza; un barlume di freschezza che salva la vita e, ogni giorno, la rinnova.