Nella notte si dimena:
è la luce d’una fiamma
che nel scoppiettar serena
ha ‘l valore d’una gemma.
[La coscienza]
Umberto chiude il quaderno su cui scrive le sue poesie. In realtà, gli piace pensare che non siano sue. Arrivano, in momenti inaspettati: lui è solo la mano che le mette per iscritto.
Il vecchio docente si alza e, nel processo, la sua schiena e la sedia fanno a gara a chi scricchiola di più. Dopo il solito rituale di discesa delle scale, arriva nel bar e incontra Gianni seduto su una sedia. Sta leggendo la Gazzetta dello Sport.
«Uomo-caffeina, gli sport sono tutti fermi: cosa scrivono oggigiorno su queste riviste?»
«Speculazioni su quando gli sport riprenderanno e possibili mosse fantascientifiche di calciomercato», risponde il barista sorridendo. Aggiunge: «Umberto, ieri mi hai detto che avremmo parlato del concetto di intenzione positiva.»
«Sì, è un concetto a me molto caro.»
«Allora, spiegami!»
«Immagina un bambino, seduto sul seggiolino di un’auto mentre i genitori compiono un lungo viaggio. Urla, si dimena, e i genitori si chiedono cos’abbia. Cambiamo scena: c’è un uomo, molto solo, che lentamente si avvicina al frigorifero. Lo apre e ne estrae una grossa torta di fetta al cioccolato, che mangia con voracità. Un’altro scenario, ancora: c’è una ragazza, piuttosto timida, che vorrebbe essere più intraprendente e mettersi in gioco per esprimere maggiormente se stessa. Gianni: cos’hanno in comune queste situazioni?»
«Sinceramente, mi sembrano molto diverse tra di loro.»
«Allora ti propongo un’ulteriore chiave di lettura. I genitori sono frustrati perché il bambino continua a piangere e vorrebbero che smettesse. L’uomo sa che sarebbe meglio non mangiare quell’ulteriore fetta di torta, ma lo fa comunque per combattere la solitudine. La giovane ragazza non si apprezza per quello che è, e si chiede continuamente perché si comporta così: vorrebbe essere diversa. Vedi ora un filo conduttore?»
«Mi sembra che, in tutte e tre le situazioni, queste persone non siano felici di quanto stia accadendo. Vorrebbero che la situazione fosse diversa.»
«Esatto: c’è tensione tra quello che è e quello che vorrebbero che fosse. Cercano un cambiamento: eppure, come può il cambiamento avvenire senza che ascoltino profondamente il presente e i messaggi che può donargli?»
«Di che messaggi stai parlando?»
«Il bambino urla per attirare attenzione. Magari ha fame, oppure è annoiato, o magari ancora ha il pannolino bagnato. Quella fetta di dessert, per l’uomo, non è un alimento materiale; è piuttosto un nutrimento emotivo. Quella dolcezza, che vorrebbe percepire nelle relazioni con gli altri, la prende invece dalla torta. E per quanto riguarda la ragazza? Magari è stata ferita in alcune relazioni passate. La sua timidezza ha quindi il ruolo di proteggerla ed evitare che possa sentirsi ferita nuovamente.»
«Mi stai dicendo che, quello da cui vorrebbero allontanarsi, ha in realtà il potere di comunicare qualcosa?»
«Esatto, Gianni. Molte volte, quelle che percepiamo come sfide hanno l’intenzione di comunicarci qualcosa. L’ascolto di tale messaggio ci permette di abbracciarle, imparare da esse ed andare avanti con nuove risorse. Vuoi che ti faccia un esempio di come i tre personaggi potrebbero applicare il concetto di intenzione positiva?»
«Sì, sono curioso.»
«I genitori potrebbero fermare l’auto a bordo strada, consapevoli che il loro bambino ha un bisogno al momento non soddisfatto. Una volta che tale necessità viene soddisfatta, i capricci smettono. L’uomo potrebbe gustare fino in fondo quella fetta di torta, e dire a se stesso: “È vero, sto mangiando questa fetta di torta per percepire quella dolcezza, che spesso non sento nella mia vita”. Può poi mettersi in ascolto, e creare nuove vie per avere relazioni più appaganti con le altre persone. La giovane ragazza potrebbe notare come, dietro la timidezza, si nasconde quella vecchia ferita. La timidezza la mette in un comodo antro ove quella ferita non venga più riaperta. Una volta che ringrazia l’intenzione positiva di proteggere, può poi usare l’energia trasformatrice che ne deriva per creare nuove vie. Gianni: è abbracciando noi stessi e i nostri timori che scopriamo chi possiamo essere.»
Gianni è molto interessato da questa prospettiva: «Dunque, ieri abbiamo parlato della consapevolezza, oggi dell’intenzione positiva: sento che dentro di te cova un altro ingrediente…»
Umberto ride ed ammette: «Hai sentito bene. Oggi ho già citato più volte un’azione, che domani esamineremo più in dettaglio: quella di ascoltare noi stessi.»
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