Buio e Luce – I primi 25 giorni

«Umberto, quindi oggi lo dedichiamo al riassunto di questi primi 25 giorni?»

«Sì, Gianni: conviene fare mente locale su tutti i concetti che abbiamo visto e sul modo in cui sono connessi.»

«Vai, sono tutto orecchi.»

«Dunque, penso che sia opportuno considerare separatamente le dimensioni individuale e societaria, nonostante siano collegate. Partiamo dunque dal rapporto con noi stessi, per vedere come influisce poi sul rapporto con le altre persone e con la società di cui facciamo parte.»

«D’accordo.»

«Ciò che rende gioiosa la vita umana, al di là della soddisfazione di bisogni materiali primari, è l’abbracciare il proprio mondo emotivo e operare con slancio vitale. Una volta che sviluppiamo consapevolezza di noi stessi, ci ascoltiamo, accogliamo l’intenzione positiva delle nostre azioni e la incanaliamo per plasmarle, possiamo metterci in condizione di vivere con slancio e con una modalità operativa centrata sull’essere. Siamo creatori, focalizzati sul percorso e sulle piccole azioni di tutti i giorni, che ci fanno sentire connessi con il mondo che ci circonda.»

«Umberto, mi sembra che avevamo anche parlato delle sfide che possiamo incontrare in questo percorso.»

«Esatto, Gianni. A volte tristezza, paura, giudizio verso noi stessi e giudizio degli altri possono accompagnarci. Abbiamo visto come interagire con questi ospiti.»

«Dunque, cosa succede quando viviamo non secondo queste modalità, ma secondo la modalità dell’avere e del focus sul risultato?»

«In tal caso, non ci sentiamo connessi con le nostre stesse azioni e la nostra vitalità è smorzata. Agiamo per ottenere risultati, ma non siamo veramente partecipi dei nostri atti di creazione.»

«La modalità dell’avere, poi, ha anche influenze sulla dimensione societaria…»

«Proprio così. La modalità dell’avere determina le tre principali sfide della società moderna: la disinformazione emotiva, capitalismo e consumismo, e l’indebolimento dello spirito

«Eppure, da quanto ho capito possiamo cambiare e coltivare nuove strade.»

«Sì. Se coltiviamo consapevolezza di mente e cuore, collaborazione, soddisfazione, connessione ed interdipendenza, possiamo gradualmente costruire una nuova società. Nei prossimi giorni definiremo meglio questi concetti e vedremo percorsi che possono condurci alla loro realizzazione!»

Umberto sorride, Gianni sorride a sua volta. È Pasquetta: le tradizionali grigliate, nell’attuale crisi globale per il coronavirus, hanno lasciato posto a più tranquille giornate casalinghe. I cuori delle persone non hanno bisogno di essere vicini per sentirsi connessi.

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