Umberto entra nel bar. Quando Gianni si gira verso di lui, fa cadere per terra la tazzina che aveva in mano. La ragione è semplice: stupore.
Ebbene, oggi Umberto ha un look inusuale. Porta una lunga parrucca bionda e una logora maglietta dei “The Who”, ricoperta da una giacca di pelle semi-aperta (dalla quale emerge una certa peluria bianca). I pantaloni sono dei jeans strappati, che fanno intravedere le magre gambe del docente di fisica. Le scarpe… non ci sono: Umberto è a piedi nudi.
All’ingresso nel locale, Umberto inizia a cantare Baba O’Riley, fingendo di suonare la chitarra con una scopa che prima sedeva tranquilla vicina alla porta.
«Umberto, abbiamo bevuto un solo bicchiere di vino ieri. Se questi sono gli effetti, chiudo la cantina!»
Il vecchio docente era già in piedi su un tavolino a ballare. Scoppia a ridere, scende e si siede vicino all’amico.
«Volevo vedere che faccia facevi, vecchia spugna! Ho pensato che questo fosse il look più appropriato per discutere il tema di oggi: lo slancio vitale.»
«Beh, se volevi sorprendermi, ci sei riuscito!»
«Gianni, gli scorsi tre giorni abbiamo visto tre importanti qualità: la consapevolezza, l’intenzione positiva e l’ascolto di se stessi. La consapevolezza ci permette di essere aperti verso il nostro mondo interiore, con desiderio di scoperta e curiosità. L’intenzione positiva ci permette di notare come, alcune azioni che a prima vista sembrano improduttive, in realtà hanno un’armonia tutta loro: in fondo, cercano di allinearci a qualche bisogno fondamentale della natura umana. L’ascolto di noi stessi ci permette di trovare nuove vie per soddisfare tali bisogni, lasciando che le risposte emergano spontaneamente.»
«Esatto, ottimo riassunto. Non ho ancora sentito nulla sul look di oggi, però!»
«Gianni, la vita è un mistero. L’uomo è emerso dalla dittatura degli istinti: è dotato di coscienza e ha il potere di indirizzare le proprie azioni. Credo fermamente che non siamo fatti per essere confinati in una routine sempre uguale a se stessa. È bene che, nella vita di tutti i giorni, coltiviamo le nostre qualità con degli atti creativi. L’insieme dei mondi che esploriamo, in cui ci mettiamo in gioco per conoscere qualcosa di più su noi stessi, costituiscono il nostro slancio vitale. La qualità di cui sto parlando sono semplici: spontaneità, creatività e coraggio.»
«Umberto, penso di aver bisogno di un esempio.»
«Amico barista, noi tutti siamo logos e caos. Tutti abbiamo una forza ordinatrice che tende a porre coerenza in noi stessi e nelle nostre azioni. Allo stesso tempo, il noto e il sicuro inibiscono l’emergere del nuovo e del possibile. Abbiamo bisogno anche un po’ di caos, una piccola finestra da cui l’inaspettato possa entrare. Gianni, cosa succede se vivi la tua vita quotidiana con schemi sempre noti e prevedibili?»
«Immagino che dopo un po’ possa diventare noiosa.»
«Esatto! L’essere umano è fatto per vivere la vita in modo pieno, sporcandosi ogni giorno le mani per scoprire cosa può essere di più e osando ogni giorno attraversare il confine della propria zona di comfort. Thoreau ha espresso questo concetto meravigliosamente: “Andai nei boschi perché volevo vivere con saggezza e profondità e succhiare tutto il midollo della vita, sbaragliare tutto ciò che non era vita. E non scoprire, in punto di morte, che non ero vissuto”.»
«Umberto, capisco quello che intendi. Allo stesso tempo, mi chiedo come questo possa essere implementato nella vita di tutti i giorni.»
«È una scelta, per l’appunto, una scelta vitale. Sappiamo bene entrambi che abbandonarsi al noto è più semplice; fare le proprie otto ore lavorative, tornare a casa e accontentarsi del panem et circenses che la società moderna ci offre. Oppure, l’altra strada è rischiare ogni giorno e andare un po’ oltre quello che si conosce. Scegliere un’altra strada per andare al lavoro, svegliarsi la mattina e correre intorno alla casa, cucinare una nuova ricetta. Sai, Gianni, una volta sono andato a fare lezione in mutande.»
«L’hai fatto davvero?! E cosa avranno pensato quei poveri studenti?»
«Non lo so, ma mi hai dato uno spunto molto interessante. Fino ad ora abbiamo parlato di molte qualità che è bene che coltiviamo. Allo stesso tempo, esistono altre tendenze che possono soffocare lo sviluppo di tali qualità. Da domani inizieremo a parlare di tali tendenze e dei possibili antidoti, iniziando dal tema del giudizio altrui.»
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